venerdì 29 febbraio 2008

Balthus


Il 29 febbraio 1908 nasceva Balthus, uno dei genii della pittura novecentesca.

Francese di origini tedesche, Balthasar Klossowski de Rola - questo il suo vero nome - superò il Surrealismo che imperava all’epoca dei suoi inizi con un ritorno alla tradizione pittorica : non un rifiuto della modernità, ma un rigurgito neoclassico, un travalicamento per dimostrare la modernità insita nell’antico modo di dipingere. Ed è chiaro che tra i suoi ispiratori dichiarati vanno annoverati Piero della Francesca e Masaccio, David e Courbet.

Balthus va oltre l’astrattismo formale: vuole comprendere le forme del reale, cerca di appropriarsi del significato ultimo delle cose.
In quest’ottica si inserisce anche l’ossessione erotica che permea alcune delle più grandi opere, come “La lezione di chitarra”, “Alice” e “La toilette di Cathy“: con queste ragazze sospese tra innocenza e perversità, tra ingenuità e malizia il pittore intende “giungere al contenuto appassionato di un’arte”, come specifica lui stesso in un lettera del 1933 a Antoinette de Watteville, che diverrà poi sua moglie.

Nelle sue memorie Balthus scrisse: «È il quadro che m’insegna a rifiutare la ruota frenetica. Non la rincorre. Quel che cerco di raggiungere è il suo segreto. L’immobilità». Quell’immobilità che sorprende nei suoi dipinti, l’attimo còlto nel suo scorrere un po’ come in Orazio , come nel Faust di Goethe. L’attimo congelato nella sua bellezza.


Balthus, Les beaux jours (1944)


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LA FRASE DEL GIORNO
Non vi può essere, in un popolo, il sentimento della libertà se non vi è il sentimento della pietà.
CURZIO MALAPARTE, La pelle

giovedì 28 febbraio 2008

Ennio Flaiano

Ennio Flaiano (1910-1972) fu un grande umorista - ma difficile è inserirlo in un genere letterario. Si cimentò con il teatro, con il romanzo (“Tempo di uccidere”, “Melampus”, “Una e una notte”), con la sceneggiatura (“La dolce vita”, “Otto e mezzo”, “Lo sceicco bianco”, “Guardie e ladri”), con il reportage di viaggio (“Oceano Canada”). Lui stesso disse: “Io scrivo per non essere incluso”.

Indubbia è però la sua capacità di folgoranti battute, di aforismi a cavallo tra satira e ironia, di “fotografie in poche parole” scattate sulla realtà, sui vizi, sui pregi. Illuminante la sua definizione degli italiani, “un popolo di poeti, di santi, di navigatori, di cognati…”: l’aggiunta alla frase fatta è lo stravolgimento stesso di un’idea, il guanto rovesciato che mostra l’altro lato.

Da notare l’eleganza, la perfezione di quelle brevi battute lampeggianti, in sé compiute come piccole perle di una collana.

da “Diario degli errori” (1976):

- Vivere è una serie ininterrotta di errori, ognuno dei quali sostiene il precedente e si appoggia al seguente.

- L’amore è una cosa troppo importante per lasciarlo fare agli amanti.

- Si battono per l’Idea, non avendone.

- Vivere è diventato un esercizio burocratico.

da “Autobiografia del Blu di Prussia” (1974):

- Ma alla fin dei conti, essere pessimisti circa le cose del mondo è un pleonasmo, non è che anticipare quel che accadrà.

da “L’occhiale indiscreto”:

- Il vizio richiede intelligenza, la buona volontà non basta.

- L'uomo, confrontato alla donna, è essenzialmente un inseguitore di fantasmi.


Flaiano in un disegno di Federico Fellini


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LA FRASE DEL GIORNO
La vita è un gatto addormentato sul davanzale che si sveglia all'improvviso cadendo dal terzo piano.
TIZIANO SCARPA, Venezia è un pesce




Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910 – Roma, 20 novembre 1972),  sceneggiatore, scrittore, giornalista, umoristae drammaturgo italiano. Specializzato in elzeviri, scrisse per varie testate. Lavorò a lungo con Federico Fellini, con cui collaborò ampiamente ai soggetti e alle sceneggiature dei suoi più celebri film, tra i quali La stradaLa dolce vita e 


mercoledì 27 febbraio 2008

Storia alternativa

Mi intrigano i romanzi di storia alternativa, quelli cioè che immaginano come sarebbero potute andare le cose se determinati avvenimenti fossero accaduti in modo diverso. Questo gioco per storici ha un nome tecnico, derivato dal greco: si chiama "ucronìa", ovvero il "non tempo".

Lo scrittore Mario Farneti, sulla base di una neutralità italiana nella seconda guerra mondiale, disegna l'Italia come un paese leader nel mondo, all'avanguardia nella tecnologia, guidato da Benito Mussolini prima e da un suo delfino poi, dove il fascismo non è mai stato cancellato. La terza guerra mondiale ha visto l'Italia sconfiggere la Russia e catturare Stalin; in Vietnam, al fianco degli Stati Uniti combattono anche reparti dell'esercito imperiale; nel 1992 c'è una guerra di resistenza contro gli arabi, che invadono il nostro paese e sono sconfitti; da lì nasce il grande impero d'Occidente.

Henry Turtledove innesta invece la fantascienza nella sua saga: il corso della seconda guerra mondiale è mutato da un'invasione aliena, i belligeranti desistono dal combattersi e si coalizzano per respingere l'attacco.

In "Fatherland" di Robert Harris, Hitler ha vinto la seconda guerra mondiale e Jack Kennedy, zio di John, governa gli Stati Uniti. La scoperta dei campi di sterminio avviene per l'ostinazione del militare protagonista, che perderà la vita per comunicare al mondo la notizia, intuita solo grazie a piccolissime tracce.

Un incubo? Forse. Nessuno ci può assicurare che non sia già accaduto qualcosa di simile e che il mondo avrebbe potuto essere decisamente migliore.








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LA FRASE DEL GIORNO
È il lavoro della mente che produce la retorica, l'abilità in questo lavorio. La retorica è come la scintilla azzurra che fa la dinamo.
ERNEST HEMINGWAY, Verdi colline d'Africa

martedì 26 febbraio 2008

Vecchie fotografie

Rileggo com’ero, sono come fotografie - quella un poco strafottente scattata nelle Hautes Alpes accanto a un segnale stradale di precedenza: CEDEZ LE PASSAGE; o quella triste di Venezia con gli occhiali a specchio che non riuscivano a celare la malinconia.





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LA FRASE DEL GIORNO
Ogni luogo della Terra una vicenda. Un fatto che ci lega al passato: la storia letta nelle cose.
MARIO RIGONI STERN, “Giugno d’amori”, Aspettando l’alba e altri racconti

lunedì 25 febbraio 2008

Elogio della lentezza


Oggi, 25 febbraio, è la giornata mondiale della lentezza.
In questo mondo che va di fretta, e spesso non sa andare oltre la superficie delle cose e dei sentimenti, dove anche il gioco del calcio ha sacrificato la sua bellezza antica sull’altare della velocità, prendersela comoda non deve essere un lusso, ma una scelta.
I giorni già scorrono via veloci, le settimane si ammucchiano sul calendario, le ore svaniscono dall’orologio.
Rallentiamo il tempo, gustiamolo, assaporiamolo. Sediamoci su un balcone, su una veranda, adesso che le giornate si allungano e il clima si fa più mite. Sediamoci ad osservare il tramonto una sera di queste, a guardare le nuvole mutare di colore e trasmigrare sopra i monti, valutiamo il lento variare della luce, magari sorseggiando un calice di buon vino o una birra.
Perché, come scrisse Milan Kundera: “C’è un legame stretto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio”:





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LA FRASE DEL GIORNO
La felicità non ha molto a che veder con l’appagamento di desideri esteriori.
HERMANN HESSE, Peter Camenzind

domenica 24 febbraio 2008

Le Vie dei Canti


Gli aborigeni australiani cantano la loro terra - e quindi i loro antenati, perché è da loro che proviene la terra - come è raccontato nelle "Vie dei Canti" da Bruce Chatwin: "Avvolsero il mondo intero in una rete di canto; e infine, quando ebbero cantato la Terra, si sentirono stanchi". Non è questo l'archiviare nella memoria? Gli aborigeni fanno dei disegni rituali che rappresentano i loro territori, noi collochiamo i nostri ricordi nei meandri del cervello, accendendo e spegnendo sinapsi come interruttori.


Tanya Napangardi, "Women Dreaming"


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LA FRASE DEL GIORNO
La brevità è l'anima del giudizio e la prolissità fa da membra e abbellimenti.
WILLIAM SHAKESPEARE, Amleto, II, II

sabato 23 febbraio 2008

Sull’America

Come li vedono gli altri:

In America c’è di bello che sono tutti bastardi.
CESARE PAVESE, La luna e i falò

L’America è giovane. Giovane, innocente e crudele.
BRUCE CHATWIN, Le Vie dei Canti

Gli americani sanno come cavare il massimo dalla gente.
MANUEL VÁZQUEZ MONTALBÁN, La solitudine del manager

Non sono degli uomini, non sono delle donne, sono degli americani.
PABLO PICASSO

L’America, l’America! Siamo noi che abbiamo fatto l’America. Sono tutti napoletani laggiù.
CESARE PAVESE, Racconti, Il blues delle cicche

Un po’ la Svizzera, ma senza l’onta del turismo.
GIORGIO SOAVI, Com’erano loro


E come si vedono loro:

Negli Stati Uniti c’è più spazio dove non c’è nessuno che spazio dove c’è qualcuno. Questo è ciò che fa sì che l’America sia quello che è.
GERTRUDE STEIN, Storia geografica dell’America

L’America, il mio paese, è quasi un continente e non ancora una nazione.
EZRA POUND, Patria mia

In America, chi lavora sodo riesce.
DAVID BALDACCI, La semplice verità

“Voi yankee esagerate sempre”.
“È il passatempo nazionale americano”.

CLIVE CUSSLER, Enigma

L’America non ha inventato i diritti dell’uomo. In un certo senso è il contrario. I diritti dell’uomo hanno inventato l’America.
JIMMY CARTER

L’America è un paese di gente giovane.
RALPH WALDO EMERSON, Society and Solitude





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LA FRASE DEL GIORNO
La punizione degli stupidi è la stupidità.
LIBRO DEI PROVERBI, 16, 22b

venerdì 22 febbraio 2008

La nostalgia


La nostalgia è un fuoco greco: più cerchi di spegnerla, di dimenticare, più divampa splendido il ricordo.

Quel che di più intenso c'è nel piacere: la nostalgia.
RAMÓN GÓMEZ DE LA SERNA, Seni

Io voglio assaporare la mia nostalgia come assaporo le mie gioie.
HERMANN HESSE, Vagabondaggio

Non c'è che una nota / nella tastiera dell'anima mia: / "nostalgia.
ALDO PALAZZESCHI, Poemi, Chi sono?



Immagine dal web


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LA FRASE DEL GIORNO

Può succedere che un ricordo di un'altra persona soprattutto se amata, ma non necessariamente, diventi vostro e che voi lo custodiate senza averne le prove, come un'immagine precisa pazientemente ricostruita con altre immagini vostre per arrivare a quel punto di tenerezza, quel punto in cui era forse giusto conoscerla. E che questo ricordo vi si presenti ogni volta che il più vasto ricordo di lei vi sorprende, come cosa da tenere bene in mente per ritrovarla nel puro preciso momento della sua totalità.
ENNIO FLAIANO, Melampus

giovedì 21 febbraio 2008

Un po’

C’è una pubblicità sulle pagine dei quotidiani: la fotografia di un finestrino di treno con un paesaggio mosso. L’idea è originale, simpatica. La didascalia dice: “12 Nuovo PENDOLINO ® per Trenitalia, 14 per Cisalpino. I viaggiatori saranno soddisfatti. I fotografi dilettanti un meno”. Oddio! Guardate come hanno scritto «po’»! Po’ è l'apocope di poco e vuole quindi l’apostrofo, non l’accento. Non è difficile comprenderlo. Più arduo forse per «fa’» e «di’», gli imperativi dei verbi fare e dire giunti a noi dai loro antenati latini «fac» e «dic». Ma po’… Non insegnano più le basi della grammatica nelle scuole?


Il treno pubblicizzato (Il Sole-24 Ore)


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LA FRASE DEL GIORNO
La riconoscenza non deve essere come la neve, che si scioglie e corre via non appena arriva il sole.
MAURO CORONA, Cani, camosci, cuculi (e un corvo)

mercoledì 20 febbraio 2008

Leggere

C’è sempre una certa malinconia quando si finisce un libro che ci ha appassionato. È il dispiacere di dover dare l’addio a personaggi con i quali abbiamo vissuto, dei quali abbiamo condiviso sentimenti e traversie…
Poi si inizia la lettura di un nuovo libro, si conoscono personaggi nuovi, li si immagina, li si inquadra nei loro tratti psicologici. E l’avventura continua…



Aleksandr Deneika, "Lettrice"



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LA FRASE DEL GIORNO
Un atto è meno che tutte le ore d'un uomo. La battaglia e la gloria sono cose facili, più ardua dell'impresa di Napoleone fu quella di Raskolnikov.
JORGE LUIS BORGES, L’Aleph

martedì 19 febbraio 2008

Alain Robbe-Grillet

Ieri a Caen è morto all'età di 85 anni Alain Robbe-Grillet.

Lo scrittore francese era il teorico e il narratore più noto dell'"école du regard", conosciuta anche come "Nouveau roman", sorta dalla coscienza della negatività dell'uomo contemporaneo in un'evoluzione del teatro di Jonesco e di Beckett.

Robbe-Grillet, autore dei romanzi "Le gomme" (1953), "La gelosia" (1957) e "Nel labirinto" (1959) e sceneggiatore del film "L'anno scorso a Marienbad" (1961), sosteneva che, nonostante lo sforzo del narratore di elaborare soggettivamente e interpretare la realtà delle cose, queste rimangono quello che sono.

Conseguenza di ciò è lo stile: una pagina nuda e ricognitiva, addirittura impersonale, ridondante di descrizioni asciutte e tecniche, senza termini che avvicinino la realtà e il mondo all'uomo. Niente "notte placida", dunque, o "sole spietato".
Ne deriva che l'unico contatto con la realtà è questa spoglia descrizione delle cose - un inventario che priva le parole di ogni suggestione e di ogni risonanza.
Una sperimentazione che aprirà le porte alla neo-avanguardia.

"Aprendo gli occhi all'improvviso noi abbiamo sentito a dismisura l'urlo di questa realtà caparbia che fingiamo di aver interpretato. Attorno a noi, sfidando il branco dei nostri aggettivi, intimistici e consuetudinari, le cose sono là. La loro superficie è netta, liscia, levigata, ma senza né cupi splendori né trasparenze. Tutta la nostra letteratura non è riuscita ancora a scalfirne il più piccolo angolo, a rammorbidirne la più piccola curva".

Fotografia © Images de la culture




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LA FRASE DEL GIORNO
L'ambiente fa l'uomo e fa anche la donna.

GIOVANNI GUARESCHI, Il compagno don Camillo




Alain Robbe-Grillet (Brest, 18 agosto 1922 – Caen, 18 febbraio 2008), scrittore, saggista, regista e sceneggiatore francese. Ha perseguito l'ideale di una narrazione "fotografica", di una descrizione assolutamente oggettiva e neutrale della realtà, spogliando gesti e personaggi della dimensione psicologica, che tenta di spiegarli nei loro fini e nelle loro cause, per farli risaltare nella loro piattezza e insieme nella loro misteriosa ambiguità.


lunedì 18 febbraio 2008

Emily Dickinson

Leggendo le note biografiche di Emily Dickinson (1830-1886) si può comprendere l‘essenza della sua poesia:
C‘è l‘incontro con l‘amore irrealizzabile, nel 1855, a Philadelphia. Il pastore presbiteriano Charles Wadsworth resterà per sempre nel cuore di Emily.
C’è la crisi sopravvenuta alla partenza di Wadsworth per San Francisco, nel 1862. In quell’anno la Dickinson comincia a vestirsi ossessivamente di bianco e si chiude in un isolamento quasi totale, tanto che l’opera della poetessa americana nasce “dentro la stanza”.
Quasi compulsivo è questo suo muoversi costantemente entro un ordine inalterabile di verità, siano quelle spirituali o quelle naturali. Nella reclusione, nella rinuncia alla vita Emily attua una sorta di perenne ricognizione psicologica, in “una gioia perfetta, paralizzante / E quieta come la disperazione”.


QUANDO SI ABBANDONA LA VITA


Quando si abbandona la vita
La separazione da ciò che resta
Appare facile, come quando il Giorno lascia andare
Interamente l'Occidente
I Picchi, che indugiarono per ultimi

Rimangono nel Suo rimpianto
Impalpabili come il Violetto
Su una Cascata -

(1865)


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IL PRESAGIO È QUELL'OMBRA CHE SI ALLUNGA SUL PRATO


Il presagio è quell’ombra che si allunga sul prato,
Indice di tramonti,
Ad avvertire l’erba sbigottita
Che su lei presto scenderà la notte.


(1863)


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MI NASCONDO NEL MIO FIORE


Mi nascondo nel mio fiore
Perché portandolo sul petto -
Tu - senza saperlo, porterai anche me -
E gli angeli sanno il resto!

(1864)



Emily Dickinson


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LA FRASE DEL GIORNO
L'aforisma non coincide mai con la verità: o è una mezza verità o una verità e mezzo.
KARL KRAUS, Detti e contraddetti




Emily Elizabeth Dickinson (Amherst, 10 dicembre 1830 –15 maggio 1886), poetessa statunitense, è considerata tra i migliori lirici del XIX secolo. La sua vita fu priva di eventi esteriori: dopo i trent'anni scelse un volontario isolamento nella casa paterna. La sua poesia spazia dalle piccole cose della vita quotidiana – la natura, le stagioni – ai grandi temi dell’anima innestati sul tema della solitudine.


domenica 17 febbraio 2008

Vivere

“Vivere militare est”. Vivere è lottare, scrisse Seneca all’amico Lucilio.


Per William Shakespeare, nel finale di “Macbeth”, “La vita è solo un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si dimena per un'ora sulla scena e poi cade nell'oblio: la storia raccontata da un idiota, piena di frastuono e di foga, e che non significa nulla“.


Sintetizzando queste due frasi, “Vivere è recitare”. Per metà Seneca, per metà Shakespeare.
Siamo chi non siamo o non siamo chi siamo?




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LA FRASE DEL GIORNO
La voluttà, che è l'unico incentivo all'unione dei sessi, non è sufficiente a formare un vero legame tra loro. Essa è preceduta dal desiderio che avvicina i due sessi, ma poi è seguita dal disgusto che li allontana. Questa è una legge che soltanto l'amore può cambiare.
PIERRE CHODERLOS DE LACLOS, Le relazioni pericolose

sabato 16 febbraio 2008

Oggi il Tricolore

Sul mio balcone oggi sventola il Tricolore. È un piccolo gesto di omaggio per il Maresciallo Giovanni Pezzulo, appartenente al CIMIC, il Gruppo di cooperazione tra civili e militari, caduto in Afghanistan per mano dei talebani mentre portava conforto alla popolazione donando viveri e vestiti.
Spero che questa vita troncata, come un seme piantato, possa dare un giorno i frutti della pace. Mi ha molto colpito la figlia diciottenne, che con fermezza spiegava alle telecamere i valori trasmessi dal padre.
Anche su questa, che è la mia casa virtuale, oggi, mentre a Oderzo si svolgono le esequie del Maresciallo Pezzulo, sventola il Tricolore.



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LA FRASE DEL GIORNO
Nella nostra vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi ma ogni giorno abbiamo quella di non essere vili.
HERVÉ BAZIN

venerdì 15 febbraio 2008

Il mare

Ascolto il canto infinito del mare: è una voce che mi risuona dentro, è il sangue che mi pulsa nelle vene, è il palpito continuo del mio cuore. Anche quando, lontano dalla costa, percorro le pianure e le città che hanno montagne grigie sullo sfondo, io sento quel canto dentro di me.
È una forza meravigliosa, uno spettacolo che mi manca moltissimo. Quando passo dalle parti della stazione, vedo una ringhiera verde: mi dico tutte le volte quanto sarebbe bello se al di là di essa vi fosse il mare e non campi incolti, villette a schiera e, in lontananza, la ferrovia.
Il mare, che voglia di averlo qui vicino, di vederlo così vivo e animato: liscio come l’olio, spumoso per la brezza, mugghiante, agitato e spaventoso in burrasca, grigio e malinconico nei giorni di pioggia. Mi basterebbe solo saperlo lì, da qualche parte, dietro la finestra, sapere che la sera divide in due la luna dopo esser bruciato a lungo nel tramonto, come un secondo cielo. E invece no. Il mare è a più di duecento chilometri di autostrada. Non si respira salsedine nelle sere, lo iodio nei mattini di conchiglie. Non lo si sente mormorare, gridare, suonare un lamentoso flauto. Il mare - anche lui - è troppo lontano.





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LA FRASE DEL GIORNO
Non lo sanno, Signore che noi siamo / quel che possiamo essere.
GHIORGOS SEFERIS, Post Scriptum, 11 settembre 1941

giovedì 14 febbraio 2008

Sull’amore

San Valentino, festa degli innamorati. Elogio della rosa e del Bacio Perugina.
Ecco un breve frasario d’amore.


Innanzitutto, cos’è l’amore? Ci soccorre Italo Calvino, da uno dei racconti di “Prima che tu dica «Pronto»”:

“Quello che si dice l'amore, quel ruvido scoprirsi e cercarsi, quell'aspro sapore uno dell'altro, tu sai, l'amore.”

Eh sì, non è solo dolcezza, sciropposo abbracciarsi e compenetrarsi. È anche uno smussare, un levigare, un rinunciare a qualcosa per avere dell’altro, un compromesso. Però quando l’amore riesce a trionfare è un‘unione deliziosa prossima al Paradiso. Ecco cosa ne pensa nelle “Notti bianche” Fëdor Dostoevskij:

“Quanto rendono meravigliosa una persona la gioia e la felicità! Come ferve un cuore innamorato! Sembra che tu voglia riversare tutto il tuo cuore in un altro cuore, vuoi che tutto sia allegro, che tutto rida. E come è contagiosa questa gioia!”

Ed è dello stesso parere anche Pierre Louÿs, in “Afrodite”:

“L'amore è un'arte, come la musica, dà emozioni dello stesso ordine, altrettanto vibranti, qualche volta persino più intense.”

Dunque l’amore è uno stravolgimento, uno sconquasso che entra nelle nostre vite come un tornado - lo dicono anche gli scienziati, stimola le endorfine. Tiziano Scarpa, in “Venezia è un pesce” ci ricorda allora che

“L'amore è diagonale, sconvolge i canoni estetici, sbaraglia le rigide coreografie di un bassorilievo gotico.”

Quindi una sorta di follia, un accecamento che scombina anche il saggio come vide anche il bardo William Shakespeare nel primo atto di “Romeo e Giulietta”:

“L'amore è un fumo che sorge dalla nebbia dei sospiri; se lo purifichi è un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti, se lo agiti è un mare ingrossato dalle loro lacrime. E che altro può essere? Una pazzia discreta, un'amarezza che soffoca e una dolcezza che alla fine ti salva.”

Una dolcezza che alla fine ti salva. Bisogna rammaricarsi dunque che non tutti lo abbiano. Così si esprime Maurice Denuzière in “Louisiana”:

“Purtroppo l'amore non si trasmette come il colera.”

Che dire allora della maladie d’amour?



Disegno di Schulz



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LA FRASE DEL GIORNO
"I rapporti fra gli uomini e le donne son come il commercio degli europei in India: un commercio guerriero.
NICOLAS DE CHAMFORT, Massime e pensieri, 371

mercoledì 13 febbraio 2008

Amori impossibili

Potando i rami, la pianta si rafforza. Così l’amore che diventa disperato, impossibile: invece di morire, di consumarsi, cresce sempre più, diventa più forte, più intenso, ed invece di rami spogli e nudi mostra una chioma folta che in se stessa si riversa, nel suo continuo sperare.

Non era questa la manifestazione del più compiuto amore (...) amare da lungi rinunciando all'oggetto del dominio?
UMBERTO ECO, L’isola del giorno prima, 10


Gli amori impossibili sono i soli amori duraturi.
MAURICE DENUZIÈRE, Ritorno a Bagatelle


René Magritte, Les amants

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LA FRASE DEL GIORNO
Il caos è la partitura su cui è scritta la realtà.
HENRY MILLER, Tropico del Cancro

martedì 12 febbraio 2008

La mela dell’eterno desiderio

Come Martin e il suo amico narrante nell’omonimo racconto di “Amori ridicoli” scritto da Milan Kundera, quella che io vagheggio e coltivo è “la mela d’oro dell’eterno desiderio”: quella condizione continua di attesa di qualcosa. L’appagamento, il fine nascosto, in fondo non mi interessa: è un termine al desiderio. Come quando si legge un libro che appassiona: giungere all’ultima pagina è - in realtà - perdere qualcosa.





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LA FRASE DEL GIORNO
La realtà è un lampo che vibra all’interno di ogni pietra.
HERMANN HESSE, Album illustrato

lunedì 11 febbraio 2008

Sull’Italia

Come ci vedono gli altri:

Noi tutti siamo viaggiatori e cerchiamo l’Italia.
JOHANN WOLFGANG GOETHE, Sull’Italia

Gli italiani parlano sempre per non dire nulla.
DOMINIQUE FERNANDEZ

Cielo di velluto azzurro, vino che arde nelle vene, dolce sensualità.
THOMAS MANN, La morte a Venezia

La fortuna dell’Italia è che è un posto lasciato all’ispirazione del momento.
STENDHAL, Sull’amore

Il mistero è sempre decisamente italiano.
JEAN GIONO

L’arte degli italiani sta nella bellezza.
KAHLIL GIBRAN, Massime spirituali


E come ci vediamo noi:

Pare / non debba dirsi Italia ma / lo Sfascio.
EUGENIO MONTALE, Altri versi, Ipotesi II

Gli italiani sono indecisi a tutto.
LEO LONGANESI

Questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di cognati…
ENNIO FLAIANO, Diario notturno

Gli italiani accorrono sempre in aiuto del vincitore.
BRUNO BARILLI

L’Italia è un paese fragile.
GIUSEPPE PREZZOLINI

Gli italiani sono in realtà piemontesi, toscani, veneti, siciliani, abruzzesi, calabresi e via dicendo.
GIUSEPPE PREZZOLINI

Che fortuna aver conosciuto l’Italia prima di averla fatta.
CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR

Italia, terra di finti buoni e di ipocriti autentici.
MASSIMO GRAMELLINI, “Il gulag buono”, su La Stampa, 18 gennaio 2008




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LA FRASE DEL GIORNO
Regola assoluta. Un atto d’amore non può mai essere ridicolo.
LÉON BLOY, Diari, gennaio 1916

domenica 10 febbraio 2008

L’antilingua


Come scrive benissimo il professor Gianluigi Beccaria su Tuttolibri del 9 febbraio 2008, in Italia è diffusa l’”antilingua”, termine coniato da Italo Calvino.
È un italiano non in sé sbagliato, ma eccessivo nel suo voler apparire tecnico, burocratico, ufficiale. Beccaria cita l’”ingredientistica” usata al posto di “ingredienti” e “Stazionamento per autopubbliche a trazione ippica” in luogo del più logico “Stazione delle carrozzelle”.
Sono forme ridondanti, barocche, che usano il sinonimo più complicato o desueto invece di quello semplice e di larga fruibilità e adorano la perifrasi. Così Trenitalia impone l’obbligo di “obliterare” il biglietto, mentre in realtà la macchinetta non fa altro che “timbrare”; nei verbali di polizia non si “va” in un posto, ma ci si “reca”; nelle delibere regionali non ci sono le “strade”, ma gli “assi viari”.
Io stesso ho visto alla stazione di Porta Garibaldi un “estintore carrellato” e in un ospedale il “Telefono per degenti allettati”.
L’antilingua, così tronfia e solenne, molto spesso cade nel ridicolo.


Language 1, 2003, olio su tela 76 x 102 cm
© Peter Schnitzler



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LA FRASE DEL GIORNO
L’intelligenza ha i suoi cittadini e i suoi meteci.
NICOLÁS GÓMEZ DÁVILA, Tra poche parole

sabato 9 febbraio 2008

Pica!

A tre anni di distanza da “Akuaduulza” è uscito “Pica!”, il nuovo album di Davide Van De Sfroos.
Prende il titolo dal ritornello di uno dei migliori brani, “Il minatore di Frontale”: “Pica!” (“Batti!”) è il grido che risuona nelle gallerie.
È un ottimo album, che segna la maturità del musicista di Lezzeno, abile come sempre nel suo folk-rock virato al blues. Meravigliosa è “New Orleans”, che racconta una storia d’amore che si spezza nel devastante uragano “Katrina”, con sonorità cajun. “El puunt” sembra riprendere un brano di “…E semm partii”, ovvero “Me canzun d’amuur en scrivi mai” e condirlo con una salsa più amara.
Tornano i temi cari a Van De Sfroos: il lago in “La terza onda” e “Il costruttore di motoscafi”, la natura e le culture native in “Lo sciamano”, la gente caratteristica dei piccoli paesi in” L’Alain Delon de Lenn” dove il canto si scioglie quasi in filastrocca, le carte da gioco di ”Loena de picch”, costruita sulla falsariga di “I ann selvadegh del Francu”, blues di Tom Waits sperimentato in “Laiv”
Da segnalare ancora il contrabbandiere in“La ballata del Cimino” e la poetica “40 pass”, ambientata a Milano e suonata tutta al pianoforte.

Davide Van De Sfroos terrà un concerto in unica data il 19 aprile al Forum di Assago.






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LA FRASE DEL GIORNO
A volte basta una virgola per distinguere una banalità da un’idea.
NICOLÁS GÓMEZ DÁVILA, Tra poche parole

venerdì 8 febbraio 2008

Guidando nel tramonto

Guidando nel tramonto verso casa, stupito dalle nuvole e dal fumo che sale bianco e lieve dai camini, mi sono detto “La felicità non è che un attimo da nulla, come questo”. E la radio passava una canzone americana che si accompagnava bene all’atmosfera, con quelle torri grigie stagliate contro l’aviatore, i campanili sul fumo di Londra. Ad Occidente sembrava scoppiato un gigantesco incendio, un meteorite abbattutosi dentro una foresta, divampava arancione oltre le case. Solo la notte lo ha saputo estinguere.





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LA FRASE DEL GIORNO
Non c'è speranza senza paura, e paura senza speranza.
GIOVANNI PAOLO II, La bottega dell'orefice

giovedì 7 febbraio 2008

Ciottoli

“Umida resistenza, ed i saziati
tonfi dell’eco in ciottoli raggruma
l’acqua, in musi cretosi del suo fondo.”

ALFONSO GATTO,
Poesie 1929-1941, Desiderio di laguna

Dove il fiume scorre più lento, tranquillo nel suo greto antico che alcuni dicono fece da sfondo ad opere di Leonardo, dall’acqua cristallina ecco spuntare i ciottoli. Il verde è solo il riflesso delle sponde, quando ti chini vedi solo quelle pietre levigate, smussate da secoli di carezze e di furie.
Hanno diverse dimensioni e tanti colori: sono grigi, bianchi, verdi, viola, marroni; alcuni sono cosparsi di venature come le mani di un uomo.
Eccoli lì: puoi farne un argine, un fermacarte, un soprammobile, un dipinto. Puoi lastricarci un vialetto, costruirci una casa, ci puoi giocare come un bambino.
No: soppesali, rigirali tra le mani, osservali e poi lasciali dov’erano. Quando un velo d’acqua li ricoprirà, rifletteranno il cielo.



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LA FRASE DEL GIORNO
Il centro del mondo è in noi e dovunque.
PAUL ÉLUARD, Stagioni

mercoledì 6 febbraio 2008

L'elasticità del ritardo

Un treno di pendolari su tre arriva in ritardo, secondo il rapporto "Pendolaria". Ma, attenzione, la statistica è falsata dai criteri di ricerca: per Trenitalia si considera in ritardo un treno che arrivi oltre cinque minuti dopo l'orario previsto. Vale a dire che un treno in ritardo di cinque minuti è in orario! Non solo: si considera arrivato il treno che giunge in prossimità della stazione. Come dire: perché gennaio sia finito basta che sia il 29, o per pagare il biglietto di 5,40 € basta che ne sborsi 4,90! E di più: per Trenitalia la colpa dei ritardi è dei pendolari! Infatti sono tanti e nelle stazioni hanno il brutto vizio di salire e scendere dal treno, così fanno perdere tempo... A me sembra che il treno nelle stazioni debba sostare comunque, non credo che i pendolari che salgono siano una moltitudine biblica.
Nonostante ciò, considerando pure come valida la statistica "addomesticata", a Catania il 50% dei convogli ha un ritardo di oltre un quarto d'ora, a Capo d'Orlando il 45%, a Bari il 33%, a Roma il 30%, a Milano il 25%.
Su molte tratte lombarde Trenitalia rimborsa un bonus per i ritardi agli abbonati praticamente tutti i mesi - e il limite perché scatti la compensazione è solo del 5%.




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LA FRASE DEL GIORNO
La parola è un simbolo e un piacere che succhia uomini e scene, alberi, piante, fabbriche e cani pechinesi.
JOHN STEINBECK, Vicolo Cannery

martedì 5 febbraio 2008

L'Expo 2015 a Milano?

"Non ci sono dubbi che Milano abbia grandi chances. Ma la vittoria non è sicura, perché dipende dai voti": con questa frase lapalissiana Vicente Loscertales, segretario generale del Bureau International des Expositions, commenta la possibilità che il capoluogo lombardo possa ospitare l'Expo 2015.
In questi giorni, alla guida di 180 delegati di 94 paesi e sette ministri, è sotto la Madonnina per valutare ancora una volta il programma presentato da Milano. L'avversaria è la turca Smirne, la scelta definitiva sarà effettuata il 31 marzo.
La città è pavesata di tricolori e di bandiere del BIE, vessilli bianchi con l'"uomo di Leonardo"; un maxischermo in Piazza del Duomo illustra il progetto, sostenuto anche dall'ex vicepresidente statunitense Al Gore, riciclatosi in guru dell'ambientalismo e premiato per questo con il Nobel per la pace.
L'Expo, come altre illustri opere che prevedono nuove costruzioni, ha i suoi oppositori: dopo i No-TAV, i No-Dal Molin, i No-discarica, a Milano sono spuntati i No-Expo, convinti che il territorio non possa sopportare altro cemento. Della serie NIMBY, not in my backyard, non nel mio giardino. L'Expo, la discarica, il ponte, l'inceneritore, la base, fateli nella città vicina. Ma non lamentatevi poi se i vantaggi se li godono gli altri e a voi rimane solo una montagna di spazzatura.


Fotografia © Daniele Riva



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LA FRASE DEL GIORNO
La storia è fatta di piccoli gesti anonimi.
ITALO CALVINO, Il sentiero dei nidi di ragno

lunedì 4 febbraio 2008

La fama

"Né di un sapiente né di un idiota avrà memoria il tempo": così l'Ecclesiaste.
La fama, la gloria valgono solo per il presente: quanti Mastella, quanti Di Pietro ha avuto la storia in epoche remote? I loro nomi, il loro ricordo è svanito nello scorrere dei secoli - gli ingranaggi hanno triturato ogni cosa, resta solo polvere, neppure il nome talvolta è restato.



Immagine © Right Truth


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LA FRASE DEL GIORNO
Molta memoria, o la memoria di molte cose si chiama esperienza.
THOMAS HOBBES, Leviatano

domenica 3 febbraio 2008

La Pieve di San Siro a Capo di Ponte

Dopo quinte di montagne azzurre sul fondale della strada - ne ho contate anche cinque una sovrapposta all’altra nella foschia del pomeriggio - a Capo di Ponte, in provincia di Brescia, nel verde della collina si staglia la Pieve romanica di San Siro, risalente ai secoli X-XI. Vi si arriva dopo una breve salita a gradoni. Eretta su un tempio romano di età imperiale la chiesa è edificata a tre navate, chiuse da tre grandi absidi a strapiombo sul fiume Oglio. Non ha facciata, essendo incastonata nella roccia, l’ingresso è perciò consentito da un portale laterale. Si entra e si respira subito l’atmosfera di luce soffusa che entra dalle monofore disegnando raggi. Conci lavorati, squadrati, sagomati e saldati con calce viva costituiscono le pareti. Al centro, sopraelevato, un piccolo altare; sul fondo un Cristo ligneo e il fonte battesimale monolitico. Sulle navate laterali e nella cripta sono ancora conservati alcuni dipinti del 1400.



Capo di Ponte si trova tra Breno e Edolo, sulla Strada Statale 42 del Tonale e della Mendola. Da visitare anche la chiesa del Monastero di San Salvatore, altra perla romanica.



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LA FRASE DEL GIORNO
Le prove stancano la verità.
GEORGES BRAQUE, Quaderni

sabato 2 febbraio 2008

In America

Mi ha detto un amico tornato da un pluriennale soggiorno a Seattle che in America è tutto più semplice, che là la vita è semplificata. Per noi italiani è solo un problema di adattamento: passati i primi tre o quattro anni, ci si abitua a tale semplicità e non si vorrebbe più tornare indietro, si dimenticano le complicazioni che inventiamo in ogni frangente con la nostra burocrazia.
Niente arzigogoli in America, niente arabeschi (che in Italia sono la via più breve tra due punti, come scrisse Ennio Flaiano).



Immagine: Galt Wallpaper


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LA FRASE DEL GIORNO
L'America: il risultato di un errore di navigazione.
BARRY LEVINSON

venerdì 1 febbraio 2008

Memoria e realtà


"Non esiste ricordo da abbandonare come fosse una fredda stanca cenere cui più non somigliamo: ogni vero ricordo è ancora un richiamo, una verità che ci lavora nelle ossa, un febbrile atto di sfida al buio di domani... Forse ci toccherà soggiacere a un'eterna rassegnazione e dovremo saper sorridere, mitemente, con dolore educato, entro le spire dell'obbligo quotidiano. O forse un nuovo slancio, un benefico fulmine, ancora ci attendono, più in là, per rapirci in una più ricca, misteriosa ondata, per renderci esperti d'una salvezza umana che ancora abbisogna del nostro intervento..."

È la conclusione di L'ombra delle colline, di Giovanni Arpino. E da quando ho finito il libro, ogni tanto questa frase mi ronza nella testa. La memoria ha grandi spazi vuoti, dove talora irrompe improvviso il sogno a galoppare: in essa ci rifugiamo per evadere da una realtà che sembra non appartenerci, lontana e incompatibile, tanto intricata da divenire inestricabile.



Katarina Niksic, "Ricordo"




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LA FRASE DEL GIORNO
Bisognerebbe vivere a posteriori. Decidiamo tutto troppo presto.
DANIEL PENNAC, La passione secondo Thérèse




Giovanni Arpino (Pola, 27 gennaio 1927 – Torino, 10 dicembre 1987), scrittore, giornalista e poeta italiano. Vinse il Premio Strega nel 1964 e il Premio Campiello nel 1980. Le sue opere ritraggono una società in  una situazione psicologicamente e moralmente complessa, con un realismo che sa tenersi a distanza da posizioni estreme, inteso a scoprire il vero nel reale.