lunedì 8 settembre 2008

Lucio, 10 anni fa


Il 9 settembre di dieci anni fa all'ospedale San Paolo di Milano moriva Lucio Battisti. In effetti quella fu solo la sua scomparsa fisica, poiché da diciotto anni non appariva più in pubblico e le sue poche immagini erano quelle rubate dai paparazzi: lo si era visto in una regata di barche a Fiumicino o nel parcheggio di un supermercato.

Quella sua "separazione" dal mondo non era andata giù allo star system: e più lo cercavano, più Lucio si isolava con moglie e figli nella villa di Molteno. Ma ai battistiani questo non importava: quello che è sempre interessato è stata la sua musica, dalle gemme inestimabili composte con Mogol negli Anni Settanta alle astruse elucubrazioni scritte per lui da Pasquale Panella.

Il giro di accordi La-Mi-Re-Mi della "Canzone del sole" è la prima cosa che prova a strimpellare chi impara a suonare la chitarra. Le serate tra amici sulla spiaggia non possono concludersi senza che sia stata cantata mentre il principiante o già esperto chitarrista li suona sullo strumento: "Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi, le sue calzette rosse..."

"La canzone del sole", "Emozioni", "Pensieri e parole", "Il giardino di marzo", "Il mio canto libero", "Mi ritorni in mente" sono pietre miliari della canzone italiana: sanno originare un'emozione, sanno trascinare l'anima nella condivisione di un sentimento. Ecco perché Lucio Battisti era un mito ancora prima della sua scomparsa. L'isolamento aveva aggiunto un tocco di mistero alla carriera di quel ragazzo di Poggio Bustone che da autodidatta aveva affinato il suo genio e lo aveva condotto con il talento del paroliere Mogol a cavalcare mode e tendenze, a precorrerle e a indirizzarle grazie alla capacità di cogliere le emozioni quotidiane e di saperle tradurre nei pochi minuti di una canzone.

C'è tutta una società in quei brani che parlano d'amore ma sottintendono anche i mutamenti del costume: dal sogno di una casa di "Dove arriva quel cespuglio" e del "Monolocale" all'emancipazione della donna di "Questo inferno rosa", dall'esclusione sociale di "Gente per bene, gente per male" all'invadenza della pubblicità di "Ma è un canto brasileiro".

Anche chi si era innamorato delle sue canzoni per un vezzo adolescenziale ha saputo traghettarle nell'età adulta e quando una di esse passa per radio o in un programma televisivo, si sorprende a canticchiare quei versi e si sente all'improvviso più giovane.


Lucio Battisti nel 1972 (Pubblico Dominio)

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LA FRASE DEL GIORNO
La musica è una delle vie per la quale l'anima ritorna al cielo.
TORQUATO TASSO, citato in "Musica, divina armonia" di Silvano Chiereghin

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