martedì 24 marzo 2009

Tutto il dolore del mondo


CORRADO GOVONI

QUANTO POTÉ DURARE


Quanto poté durare il tuo martirio
nelle sinistre Fosse Ardeatine
per mano del carnefice tedesco
ubriaco di ferocia e di viltà?
Come il lungo calvario di Gesù
seviziato, deriso e sputacchiato
nel suo ansante sudor di sangue e d'anima
fosse durato, o un'ora o un sol minuto;
fu un tale peso pel tuo cuore umano,
che avrai sofferto, o figlio, e conosciuto
tutto il dolor del mondo in quel minuto.


(da Aladino, lamento su mio figlio morto, 1946)


Il 24 marzo 1944, nelle cave di arenaria sulla Via Ardeatina, alla periferia di Roma, le SS comandate dal maggiore Kappler compivano l'eccidio di 335 ostaggi, per rappresaglia contro l'attentato partigiano del giorno precedente a Via Rasella, dove restarono uccisi 32 soldati tedeschi.

In quell'orribile strage, passata alla storia con il nome di Fosse Ardeatine, venne trucidato anche Aladino, figlio del poeta Corrado Govoni, che nel 1946 gli dedicò un'accorata raccolta, molto diversa da tutta la sua produzione poetica. Non c'è qui il crepuscolare, il futurista, il pre-ermetico Govoni: c'è solo il padre straziato che riuscì a scrivere di quel dolore immenso, di quella ferita mai rimarginata inferta "dalla seconda maledetta guerra mondiale che insanguinò atrocemente e quasi distrusse la mia povera famiglia".

La tragedia genera una poesia diversa, rivestita di un linguaggio chiaro e prosastico, spoglia e disperata, lontana dall'allegra malinconia del Govoni crepuscolare e dallo sperimentalismo visivo del Govoni futurista: c'è un tratto spoglio e disperato ma vivo, spigoloso, carico di una tensione emotiva inconsolabile. La sofferenza di Aladino non è solo la sua, quella durata "un'ora o un sol minuto", ma quella di tutto il mondo, della gente che ne condivide la sorte, di quella che resta e compiange, è una sofferenza che va oltre il puro lato fisico e diventa dolore spirituale.



Fosse Ardeatine - Fotografia © Roma Slow Tour


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LA FRASE DEL GIORNO
In pace i figli seppelliscono i padri, mentre in guerra sono i padri a seppellire i figli.
ERODOTO, Storie, I, 87




Corrado Govoni (Tàmara, 29 ottobre 1884 – Lido dei Pini, 20 ottobre 1965), poeta e scrittore italiano. Dopo una prima esperienza crepuscolare aderì al futurismo, staccandosene in seguito per proseguire su una strada più personale, capace di coniugare toni crepuscolari, liberty e simbolisti.



2 commenti:

Matteo Porretta ha detto...

una poesia straziante

DR ha detto...

Ancor di più se la confrontiamo con la produzione poetica precedente di Govoni: ecco la sorte o la guerra cosa possono fare a un uomo. Penso anche all'Ungaretti di "Gridasti: soffoco".