domenica 17 maggio 2009

Elpidio Jenco

Poeta poco noto è Elpidio Jenco, napoletano trapiantato in Versilia, che fu tra i fondatori del Premio Viareggio con Rèpaci, Conti e Colantuoni. Eppure la sua è una poesia pura, espressa con uno stile nitido che ha imparato la lezione degli studi dell'haiku giapponese e che risulta melodica e decorativa.

Jenco racconta una vita amorosa e segreta, un intimo sguardo sotto la traccia delle cose per sorprendere il barbaglio leggero della bellezza, colta in senso platonico.


CONGEDO

Mi libero negli spazi
da questo grumo di argilla pesa,
e mi sento affiorare
alla superficie dell'infinito,
come una polla d'acqua
che salga alle radici del mare.

(da Poemi della primalba, La Diana, 1918)

 

RESPIRO

Questo tremor d'acque argentate
è il respiro pacifico della montagna
che tutta amorosa dolcezza
di chine nel lago si bagna,
alla luna di mezza estate...

(da Cenere azzurra, Augustea, 1932)

 

MAGGIO

Questa notte di lucciole,
pei silenzi odorosi
del fieno e del grano,
sanno di fresco di luna
le rugiade sull'erba....

(da Essenze, Degli Orfini, 1933)

 

 



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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è come la pittura.
ORAZIO, Arte poetica




Elpidio Jenco (Capodrise, 9 febbraio 1892 – Viareggio, 30 marzo 1959) è stato un poeta italiano. Esordì con Poemi della primalba (1918), di un panismo e colorismo dannunziani; redattore-capo della rivista letteraria italo-giapponese Sakura, tradusse in italiano numerosi "haikaisti" moderni, e dei loro modi tenne conto, poi, nelle proprie liriche con effetti di essenzialità affini a quelli dell'ermetismo.


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