sabato 13 giugno 2009

Una barca in mezzo al mare

 

GIACOMO NOVENTA

FUSSE UN POETA...

Fusse un poeta...
Ermetico,
Parlarìa de l'Eterno:
De la coscienza in mi,
De le stele su mi,
E del mar che voleva e nò voleva
(Ah, canagia d'un mar!)
Darme le so parole.

Ma son...
(Parché nò dirlo?)
Son un poeta.

E ti ghe géri tì ne la me barca.

E le stele su nù ghe sarà stàe,
E la coscienza in nù,
E le onde se sarà messe a parlar,
Ma ti-ghe-gerì tì ne la me barca,
(E gèra fermi i remi).
In mezzo al mar.

 

FOSSI UN POETA...

Fossi un poeta...
Ermetico,
Parlerei dell'Eterno:
Della mia coscienza,
Delle stelle sopra di me,
E del mare che voleva e non voleva
(Ah, canaglia d'un mare!)
Darmi le sue parole.

Ma sono...
(Perché non dirlo?)
Sono un poeta.

E c'eri tu nella mia barca.

E le stelle su di noi ci saranno state
E la nostra coscienza,
E le onde si saranno messe a parlare,
Ma c'eri tu nella mia barca,
(Ed erano fermi i remi).
In mezzo al mare.

(da Versi e poesie, 1956)

 

Giacomo Noventa, autore di questa lirica, era un poeta dialettale che sapeva dare alle sue opere toni epigrammatici, alla ricerca di una verità che si perdeva spesso nel sogno per baluginare talvolta nel reale. “Fossi un poeta…” ne è una significativa testimonianza: Noventa, che pure fondò “La Riforma Letteraria” e frequentò i vari gruppi letterari, nel suo gioioso dialetto veneziano racconta con ironia e con una benevola presa in giro questa notte sul mare: un poeta, un Ermetico magari, come Ungaretti o Montale, baderebbe alle stelle, ai movimenti dei propri sentimenti inconsci, alla condizione umana. Ma Noventa, che pure è poeta, ha una ragazza nella barca e non si cura di stelle, coscienza o eterno: i remi sono fermi sugli scalmi, l’imbarcazione diventa un’alcova in balia della corrente e lui si abbandona alla poesia dell’amore…


  Immagine © T1na/DeviantArt

 

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LA FRASE DEL GIORNO
È l'amore che passa avanti a tutto. L'amore è come un fuoco che consuma. Non ti senti bruciare dentro?
CARLO CASSOLA, un uomo solo




Giacomo Noventa, pseudonimo di Giacomo Ca' Zorzi (Noventa di Piave, 31 marzo 1898 – Milano, 4 luglio 1960), poeta e saggista italiano. Figura atipica di intellettuale nel panorama italiano, estraneo sia all'idealismo sia all'ermetismo, animato da uno spirito antiborghese. Le sue poesie in dialetto veneto trattano in modo estroso temi civili ed elegie d’amore e amicizia.


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