giovedì 11 ottobre 2012

Di fronte all’alba


EFRAÍN HUERTA

LINEA DELL’ALBA, III

Sei di fronte all’alba:
conta i pori del tuo corpo
sulle pendici del sogno
con le spalle bruciate.

All’alba si versa l’abitudine dell’anima,
si agita l’impulso del desiderio
come se fosse un cervo
severamente trafitto
da lance di bronzo
o ciglia di vergini.

Sei di fronte all’alba
e cumuli di nebbia
volano dai tuoi seni
alle mie mani.

(da Linea del alba, 1936)

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La ricerca stilistica del poeta messicano Efraín Huerta si delinea in questi versi che ritraggono la donna amata nel dormiveglia dell’alba: è una lirica amorosa, certo, che però travalica il limite puramente manieristico per assumere toni che scrutano nell’intimo attraverso immagini di forte simbolismo, come attestato in un’altra poesia inserita in El Tajín y otros poemas, raccolta del 1963: “Devo restare vivo, amore, / per saperti tutta, / per berti tutta / in un calice d’amore. // Sto attento, donzella / dell’alba; attento / al sonoro cristallo / della tua origine, donzella”.

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TAMARA DE LEMPICKA, “RAGAZZA CHE DORME”

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LA FRASE DEL GIORNO
Spieghiamo al vento i nostri baci. / Pensa che l’alba ci comprende: / sa il bene che assaporiamo / la voce di limone dei suoi occhi, / l’acqua bianca delle sue braccia
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EFRAÍN HUERTA, Gli uomini dell'alba




Efraín Huerta Romo (Silao, 18 giugno 1914 – Città del Messico , 3 febbraio 1982), poeta e giornalista messicano. La sua poesia, il cui stile è influenzato da Juan Ramón Jiménez , dalla Generazione del '27  e da Pablo Neruda, ha per temi l'amore, la città, la politica e la devastazione.


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