lunedì 13 gennaio 2014

Tenui ombre impallidite

 

ALDO CAPASSO

STUPORE, PERCHÉ MAI…

Fui sempre, come ora, adolescente
ambiguo; turbamento di mestizie
musicali, – erbe che una notte indugi
a blandire e confondere…
Il giovinetto amava
centellinarti, amara sera e dolce,
presso ruine
tacite e bianche.
Ma un frùscio nel sentiero,
di foglia o di fanciulla,
nel cuore sobbalzante
insinuava un sogno
di gettarsi – di darsi
in regalo per nulla.

Tenui ombre impallidite
oscillano nel luogo
deserto e qualche fiore ne sospira.
I ricordi mi tangono; il passato
abita qui ancora; il luogo intorno
compone un regno pieno di bisbigli…

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Ah, la gioventù! I suoi turbamenti e la volubilità dei sentimenti, le timidezze e le sfacciataggini. Chi non ricorda gli errori commessi per inesperienza o per quell’ebbrezza che sembra innata in quell’età dorata? Il poeta veneziano Aldo Capasso racconta con il suo “realismo lirico” un po’ aulico e datato il ricordo di quegli anni, apparso come un fantasma in uno dei luoghi che frequentava da adolescente.

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8456

DAVID LORENZ WINSTON, “PAST DREAMS”

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LA FRASE DEL GIORNO
La giovinezza è un'orribile età che apprezziamo soltanto nel momento in cui la rimpiangiamo
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ANTONIO AMURRI, Qui lo dico e qui  lo nego




Aldo Capasso (Venezia, 13 agosto 1909 – Cairo Montenotte, 3 marzo 1997),  poeta e scrittore italiano. Fondatore del movimento del "Realismo Lirico" (da cui l'omonima rivista) ispirato alla trasparenza espressiva, sostenne una poesia che “rispecchia il vivere quotidiano dell'uomo nei suoi rapporti con gli altri e con il mondo reale”.


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