lunedì 6 ottobre 2014

Le Muse su una quercia

 

LEONARDO SINISGALLI

VIDI LE MUSE

Sulla collina
Io certo vidi le Muse
Appollaiate tra le foglie.
Io vidi allora le Muse
Tra le foglie larghe delle querce
Mangiare ghiande e coccole.
Vidi le Muse su una quercia
Secolare che gracchiavano.
Meravigliato il mio cuore
Chiesi al mio cuore meravigliato
Io dissi al mio cuore la meraviglia.

(da Vidi le Muse, Mondadori, 1943)

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Muse appollaiate come avvoltoi, come le Arpie o le vere Sirene – non metà pesce e metà donna, ma donne con corpo d’uccello rapace. Sono quelle che il poeta lucano Leonardo Sinisgalli elegge, o meglio riconosce come ispiratrici, sin dal primo apparire della poesia nella sua vita. Un rapimento – il nome delle Arpie deriva del resto dal verbo greco ἁρπάζειν, che significa appunto rapire – un’estasi quasi mistica che genera la meraviglia, che è alla base dell’ispirazione poetica.

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Vasnetsov

SIRIN VASNETSOV, “ALKONOST”

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LA FRASE DEL GIORNO
La migliore filosofia ha sempre sostenuto che il punto più elevato, più fresco e più compiuto della ragione è il meravigliarsi.
FABRICE HADJADJ




Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981), poeta,  saggista e critico d'arte italiano. Noto come Il poeta ingegnere per il fatto che lavorò per Olivetti e Pirelli e per aver fatto convivere nelle sue opere cultura umanistica e cultura scientifica. Fondò e diresse la rivista “Civiltà delle macchine”.


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