domenica 7 dicembre 2014

Omaggio a Milano

 

GIULIANO GRAMIGNA

PERCHÉ AMO QUESTA CITTÀ

Un giorno amavi la città
perché fu la tua giovinezza.
Ma che ti scalda
ora in un tuffo al cuore se svolti l'angolo
con ali di bitume ai calcagni?
Non quel volto selvaggio e patetico
che conobbero gli amici,
ma la brace discreta che ti consuma
con il tempo, non-eterna salamandra.
Qui sto più a mio agio che dentro un vecchio
abito, è il mio corpo che sente usure
e morsi, s'intorpidisce con il sonno, si stira la mattina
in un grigio fumoso delicato come una perla.
In una parola: è la città dove invecchio, dove imparo
ogni giorno a tendere al centro.

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Oggi è Sant’Ambrogio, patrono di Milano. E l’omaggio a una città che amo, che ho imparato a conoscere frequentandola per l’Università, è doveroso: ho scelto una poesia di Giuliano Gramigna , bolognese di nascita ma milanese d’adozione, per moltissimi anni critico letterario del Corriere della Sera: perché le città, come rilevò anche Jorge Luis Borges, vivono in noi “come una poesia che non sono riuscito a fissare a parole”, diventano un abito che ci calza a pennello, un affabulatore che ci sa raccontare quanto siano belle e quante memorie vi abbiamo riversato.

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Flickr

GALLERIA VITTORIO EMANUELE – FOTOGRAFIA © MANUEL/FLICKR

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LA FRASE DEL GIORNO
Non è vero che sono brutta. Non è vero che sopra di me c'è sempre la nebbia. Non è vero che sono fredda e penso solo ai soldi. [..] Per chi mi avete preso? Io sono Milano. E sono una bella signora.
RAFFAELLA RIETMANN e MICHELE TRANQUILLINI, Un giorno a Milano




Giuliano Gramigna (Bologna, 31 maggio 1920 – Milano, 15 aprile 2006), poeta, scrittore e critico letterario. La sua poesia, passata dallErmetismo alla Neoavanguardia, incrociò l’eticità civile della ‘linea lombarda’ con una visione sperimentale nutrita di cultura psicanalitica, strutturalismo e semiologia.


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