sabato 20 agosto 2016

Quella fiamma di lino

 

GIORGIO CAPRONI

INCONTRO

Nell’aria fresca d’odore
di calce per nuove case,
un attimo: e più non resta
del tuo transito breve
in me che quella fiamma
di lino – quell’istantaneo
battito delle ciglia,
e il pànico del tuo sorpreso
– nero, lucido – sguardo.

(da Ballo a Fontanigorda, 1938)

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C’è spesso in Giorgio Caproni questo gusto sensoriale: in questo caso è l’olfatto – l’odore aspro della calce – a fondersi con una sensazione indefinibile, l’incrocio fugace con una donna (una delle tanti passanti che attirano i poeti, ma questo è un altro discorso), che se ne va lasciando dietro di sé soltanto la sua immagine già perduta nella memoria: “Ma io sento ancora / fresco sulla mia pelle Il vento / d’una fanciulla passatami a fianco / di corsa”.

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Kohn

ANDRE KOHN, “WOMAN IN RED DRESS”

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LA FRASE DEL GIORNO
Tutti riceviamo un dono. / Poi, non ricordiamo più / né da chi  né che sia. / Soltanto, ne conserviamo / – pungente e senza condono – / la spina della nostalgia.
GIORGIO CAPRONI, Res amissa




Giorgio Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990), poeta, critico letterario e traduttore italiano. Partito come preermetico attirato da uno scabro espressionismo, approdò a un ermetismo rivestito di un impressionismo idillico. Nella sua poesia canta soprattutto temi ricorrenti (Genova, la madre e Livorno, il viaggio, il linguaggio), unendo raffinata perizia metrico-stilistica a immediatezza e chiarezza di sentimento.


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