lunedì 27 novembre 2017

Nel miele delle cinque


NATAN ZACH

IL MIELE DELLE CINQUE

A quest’ora sembra tutto nuovo, tutto
sembra appassionato, immerso nel miele delle cinque e la notte
non ha ancora acceso le sue torce, e a New York è buio,
e sto seduto a Piazza Navona
davanti a una tazzina di caffè che si sfredda e col cuore in tumulto traccio
qualche altro geroglifico vano:
adesso nella mia terra cala la sera con ardenti
colori, mentre qui tutto è lento, tutto indugia.
E così fu sempre e così sarà, e anche questo
è già stato scritto e cancellato, come scrisse Keats.

(da Sento cadere qualcosa, Einaudi, 2009 - Traduzione di Ariel Rathaus)

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Ora che le giornate si accorciano sensibilmente, capita spesso di vedere la calda luce del tramonto tingere con le sue tonalità riflesse le case e i palazzi di città, come la romana Piazza Navona cantata dal poeta israeliano Natan Zach: ed è incredibilmente vero che tutto sembra indugiare, rimanere sospeso, indefinito nel crepuscolo.

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Piazza Navona

FOTOGRAFIA © 4KWALLPAPERS

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LA FRASE DEL GIORNO
Credo che i momenti perfetti durino soltanto un istante, un dono dell'Universo che potrò conoscere e sperimentare molte volte nella vita, senza mai possederlo. Questo è ciò che provo quando contemplo un tramonto.
SERGIO BAMBARÈN, Il vento dell’Oceano




Natan Zach (Berlino, 13 dicembre, 1930), scrittore israeliano. Nato da padre tedesco e madre italiana, emigrò ad Haifa al loro seguito nel 1936. Durante la guerra arabo-israeliana del 1948 prestò servizio nelle forze di difesa israeliane come impiegato del servizio informazioni. È considerato come uno dei più importanti innovatori della poesia ebraica del ‘900.


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