venerdì 29 marzo 2024

Gli angioli deturpati


ROCCO SCOTELLARO

PER PASQUA ALLA PROMESSA SPOSA

Il giorno, Isabella, maturerà.
Sentirai le raganelle suonare
il tempo nascosto tra le viole.
E se farai ch'io non sia solo
quando l'aria s'intinge di burrasca
e i gheppi son cacciati nella mischia
e cantano la morte del Signore
solo gli angioli deturpati, allora
con tutta l'ansia che non ti so
dire potremo insieme vivere e morire.

1947

(da È fatto giorno, Mondadori, 1954)

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L’atmosfera della Settimana Santa, con il dolore per la passione e la morte di Cristo, così sentita in certi angoli del Sud, non poteva essere aliena a Rocco Scotellaro, poeta lucano, che raccomanda alla fidanzata di non lasciarlo solo in quel momento buio, trasfigurando il dolore del Cristo nel dolore di ogni uomo sotto quel cielo buio e burrascoso.

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FOTOGRAFIA © PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO 

E ho saputo la rovina del pianto / il canto del giovane Dio / e come la sera incalza anch’io: Padre, Padre / perché tu m’hai abbandonato!
ROCCO SCOTELLARO, È fatto giorno

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Rocco Scotellaro (Tricarico, 19 aprile 1923 – Portici, 15 dicembre 1953), scrittore, poeta e politico italiano impegnato nella lotta per miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei contadini. La sua poesia è caratterizzata da da un'ambientazione pastorale serena, da un'armonia di immagini e visioni che esaltano la vita bucolica.


giovedì 28 marzo 2024

Un’ultima vittoria


UMBERTO SABA

MEDITERRANEA

Penso un mare lontano, un porto, ascose
vie di quel porto; quale un giorno v’ero,
e qui oggi sono, che agli dèi le palme
supplice levo, non punirmi vogliano
di un’ultima vittoria che depreco
(ma il cuore, per dolcezza, regge appena);

penso cupa sirena
– baci ebbrezza delirio – ; penso Ulisse
che si leva laggiù da un triste letto.

(da Mediterranee, 1947)

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Umberto Saba, ormai anziano, è tentato di abbandonare tutti i suoi amori, come il pugile virgiliano Entello, protagonista di questa raccolta con Ulisse: vince la sua ultima gara e dichiara di voler terminare lì la sua gloriosa carriera. Ma le sirene continuano a tentare il poeta, così come tentarono Ulisse: "Me al largo / sospinge ancora il non domato spirito, / e della vita il doloroso amore".

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CARLO LEVI, "RITRATTO DI UMBERTO SABA"

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Arrivati ad una certa età, non si può più discutere. Si può solo imparare o insegnare. Imparare sarebbe, ancora, il meglio. Ma chi può insegnare a un vecchio? Deve imparare da se stesso, o sparire.
UMBERTO SABA, Scorciatoie e raccontini

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Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), poeta italiano tra i massimi del ‘900. Di famiglia ebraica, fu avviato agli studî commerciali, e fu per lunghi anni direttore e proprietario di una libreria antiquaria a Trieste. La sua poesia, quasi intimo diario e confessione, indaga le cose ultime, la donna, l’amore, il senso atavico del dolore. La sua opera è raccolta nel Canzoniere.


mercoledì 27 marzo 2024

Questa primavera


FRANCO LOI

CUME LA CIÀMUM

Cume la ciàmum, Diu, sta primavera
ch’anca nel piöv la par semper cantà!
l’è la natüra o la tua man legera,
de tì, che vita mort te sé giügà?
Oh, dìss amur cume se dîs de sera
turna matina e tucca j öcc un ciar!
ma sturna vègn la nott, ‘na gazza nera
che sì vulà ghe piâs ma sott gh’è ‘l mar
e quèl möess de l’aqua sensa fund
che piâs stâgh dent ma fann paüra i und.

COME LA CHIAMIAMO

Come la chiamiamo, Dio, questa primavera
che anche nel piovere pare sempre cantare!
è la natura o la tua mano leggera,
di te, di te che vita e morte sai giocare?
Oh, dirsi amore come si dice di sera
torna mattina e tocca gli occhi un chiaro!
ma storna viene la notte, una gazza nera
a cui, sì, volare le piace ma sotto c’è il mare
e quel muoversi dell’acqua senza fondo
in cui è piacevole stare ma fanno paura le onde.

(da Amur del temp, 1999)

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La forza della primavera, il suo rigoglio che lavora sottotraccia già nel mese di febbraio per poi esplodere a marzo, stupisce il poeta Franco Loi, che si domanda se venga dalla natura o dalla "mano leggera" di Dio. Una figura luminosa, così come l'amore. Alla luce si contrappone l'oscurità dell'ultima quartina, il volo della gazza in una notte scura, ambivalenza che rappresenta la dicotomia delle stagioni e della vita stessa, in quella che la filosofia cinese chiamerebbe yin e yang.

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FOTOGRAFIA © GETWALLPAPERS

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Noi chiamiamo natura quel che sappiamo, vediamo, / e tocchiamo, viviamo, mangiamo… forse pensiamo… Ma lei cos’è? Un enigma.
FRANCO LOI, L'angel




Franco Loi (Genova, 21 gennaio 1930 – Milano, 4 gennaio 2021) poeta, scrittore e saggista italiano. Autore in dialetto milanese, i temi ricorrenti nelle sue poesie di sono la guerra, la scoperta della presenza del male nella storia, la sensazione di un tradimento perpetrato e di ferite non rimarginabili, l'energia dell'invettiva, il rimpianto di un paradiso perduto, ma anche la costanza dell'invocazione della preghiera.


martedì 26 marzo 2024

Il cuore del fiore


WANG WEI

UNA PEONIA ROSSA

Che splendore di verde, così casuale e composto;
La tinta del suo vestito mescola il cremisi con il rosa.
Il fiore è quasi lacerato dal dolore:
Lo splendore della primavera conoscerà mai il suo cuore?

(da Trecento poesie Tang, 1763)

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Wang Wei, poeta cinese dell’VIII secolo, è noto soprattutto come cantore e pittore della natura: ma cogliere nella bellezza di un rosso fiore di peonia il sentimento di malinconia, il dubbio sulla funzionalità della bellezza, è pura opera di un poeta.

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ILLUSTRAZIONE © ARTISOO

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Nessun fiore fiorisce quanto la peonia. Confronto a lei, gli altri fiori sembrano imprecare a denti stretti.
AMÉLIE NOTHOMB, Diario di Rondine

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Wang Wei (699 – 759), poeta e pittore cinese. Fu uno dei più famosi e influenti uomini di lettere e arti del suo tempo. Si cimentò in diversi ambiti del sapere, fu inoltre statista e musicista. Molte delle sue poesie ci sono state tramandate e ventinove di esse furono incluse nell'importante antologia del periodo Qing Trecento poesie Tang.


lunedì 25 marzo 2024

Solo un momento


JUAN RAMÓN JIMÉNEZ

LO FACESTI SOLO UN MOMENTO

Lo facesti solo un momento
ma restasti come di sasso
facendolo per sempre.

(da Eternità, 1918)

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“L’amore comincia nell’istante in cui la donna si inscrive con la sua prima parola nella nostra memoria poetica” scrive Milan Kundera nell’Insostenibile leggerezza dell’essere. Nella brevissima poesia del Premio Nobel spagnolo Juan Ramón Jiménez quel gesto, quell’espressione che si imprime nella memoria, il ricordo di un’immagine istantanea, si trasforma in eternità attraverso l’immaginifica creazione della parola.

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IMMAGINE © ASTRIDII

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Oh ricordo, sii me! / Tu - lei - sii ricordo, tutto e solo, per sempre.
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Pietra e cielo

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JimenezJuan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.


domenica 24 marzo 2024

Domenica ci ameremo


ALEJANDRO AURA

DOMENICA

Andrai a piedi nudi
la domenica,
ti santificherò,
ti renderò felice.

Gireremo
per casa
— ci metteremo dei tappeti —
e tireremo le tende
per far entrare il sole.

Berremo birra
e faremo il bagno.

A pranzo
accenderemo la radio
e con le notizie
dall'Inghilterra
e da Beirut
ti bacerò sulla bocca.

Metterò il palmo delle mani
sulla tua pelle
e tu metterai
sulle mie mani
il palmo delle tue.

Domenica ci ameremo
che c'è così tanta luce.

(da Poesia 1963-1993, 1998)

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La domenica – anche se non è più quella di una volta – continua a essere per molti il giorno per “staccare la spina”, per riposare, per rilassarsi, anche per oziare nella tranquillità della casa. È quel genere di domenica che il poeta messicano Alejandro Aura promette all’amata.

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FOTOGRAFIA © STRINGFIXER

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Non lasciarti portare via la tua domenica; se la tua anima non ha domeniche, rimane orfana.
ALBERT SCHWEITZER

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Alejandro Aura (Città del Messico, 2 marzo 1944 – Madrid, 30 luglio 2008),  saggista, poeta e drammaturgo messicano. Oltre alla sua attività di letterato, ha promosso l'uso degli spazi pubblici per celebrazioni culturali. Tutti i suoi testi si trovano su un blog creato dalla sua ultima moglie, che ha realizzato l'obiettivo dello scrittore offrendo liberamente i suoi versi.


sabato 23 marzo 2024

La pienezza del mondo


OCTAVIO PAZ

UN CORPO

Un corpo, un corpo solo, un solo corpo
un corpo che è giorno rovesciato
e notte consumata;
la luce dei capelli
che non placa mai
l'ombra del mio tocco;
una gola, un ventre che albeggia
come il mare che si illumina
sfiorando la fronte dell'aurora;
caviglie, ponti dell'estate;
cosce notturne che affondano
nella musica verde della sera;
un petto che si solleva
e spazza via le spume;
un collo, solo un collo,
solo poche mani,
poche parole lente che scendono
come sabbia calda sulla sabbia.
Questo che mi sfugge,
acqua e scuro piacere,
mare che nasce e che muore;
queste labbra e questi denti,
questi occhi affamati,
mi spogliano di me
e la loro grazia furiosa mi innalza
fino al cielo calmo
dove vibra l'istante;
la cima dei baci,
la pienezza del mondo e le sue forme.

(da Sotto la tua ombra luminosa, 1937)

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"L'amore ci sospende, ci strappa a noi stessi e ci proietta nello strano per eccellenza: un altro corpo, altri occhi, un altro essere. E solo in quel corpo che non è il nostro e in quella vita irrimediabilmente estranea, possiamo essere noi stessi. Non ce n’è più un altro, non ce ne sono più due. Il momento dell'alienazione più completa è quello della riconquista piena del nostro essere". Octavio Paz, Premio Nobel 1990, ha le idee chiare sulla funzione dei sensi e della fisicità: "Il sesso è la radice", proclama il poeta messicano, "l'erotismo è il fusto e l'amore è il fiore". Quando si trasforma in parola diventa linguaggio e la poesia allora è "corporale".

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HENRI MATISSE, "NUDO DI SPALLE"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Oltre te, oltre me, attraverso il corpo, nel corpo, oltre il corpo, vogliamo vedere qualcosa. Quel qualcosa è la fascinazione erotica, ciò che mi porta fuori da me stesso e mi conduce a te: ciò che mi fa andare oltre te. Non sappiamo con certezza di cosa si tratti, tranne che è qualcosa di più.
OCTAVIO PAZ, Teatro di segni

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Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998), poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. Il suo mondo poetico si basa sula poesia surrealista prima e sul pensiero orientale poi per superare l’io della filosofia occidentale e compiere un discorso ininterrotto sulla poesia stessa.