domenica 27 gennaio 2008

“Meditate che questo è stato”

PRIMO LEVI
SHEMÀ

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d' inverno
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca
I vostri nati torcano il viso da voi


(da Se questo è un uomo, 1947)


Per celebrare la Giornata della Memoria, affido come una preghiera per la moltitudine delle vittime e come comandamento perché nessuno dimentichi la disumana vergogna della storia la poesia posta da Primo Levi ad epigrafe di “Se questo è un uomo”. Shemà significa "Ascolta" ed è il verbo con cui Dio si rivolge a Israele: "Shemà Israel". Risuona quindi come un invito all'umanità a mettersi in ascolta, a ricordare che "questo è stato".


Auschwitz (dal web)


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LA FRASE DEL GIORNO
Questo, io credo, è il compito più importante della storia: che le virtù non passino in oblio per il silenzio e che coloro i quali dicono o fanno cose perverse abbiano la paura del biasimo da parte dei posteri.
TACITO, Annali, III, 65





Primo Michele Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987), scrittore, partigiano e chimico italiano, autore di racconti, memorie, poesie e romanzi. Arrestato dalla milizia fascista il 13 dicembre 1943, fu rinchiuso nel campo di Fossoli e poi ad Auschwitz. Raccontò la terribile esperienza in Se questo è un uomoLa tregua e I sommersi e i salvati.


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