martedì 3 marzo 2009

Luzi e il vento di quaresima


MARIO LUZI

NELLA CASA DI N., COMPAGNA D'INFANZIA


Il vento è un aspro vento di quaresima,
geme dentro le crepe, sotto gli usci,
sibila nelle stanze invase, e fugge;
fuori lacera a brano a brano i nastri
delle stelle filanti, se qualcuna
impigliata nei fili fiotta e vibra,
l'incalza, la rapisce nella briga.
Io sono qui, persona in una stanza,
uomo nel fondo di una casa, ascolto
lo stridere che fa la fiamma, il cuore
che accelera i suoi moti, siedo, attendo.
Tu dove sei? sparita anche la traccia...
Se guardo qui la furia e se più oltre
l'erba, la povertà grigia dei monti.

(da Primizie del deserto, Schwarz, 1952)


Perché questa poesia di Mario Luzi è un capolavoro? Perché è divisa in due parti simmetriche di sette versi ciascuna e la prima, apparentemente solo paesistica, giustifica la seconda, della quale diventa una lunga analogia.

È l'inizio di marzo e soffia il vento. Per le strade ci sono ancora le stelle filanti, rimasugli del trascorso carnevale e il vento le lacera con la sua forza quando queste si impigliano in qualcosa. C'è tutta una serie di parole e di verbi che prefigurano la seconda parte: aspro, geme, sibila, lacera. Quel senso doloroso che sottintendono esplode quando entra in scena il poeta, "né giovane né vecchio", quasi quarantenne, che si trova nella casa di una compagna d'infanzia della quale è ignoto il destino. Quella "briga" d'eco dantesca è una chiave che chiude la prima strofa e permette di aprire la seconda. "Briga" è la bufera infernale del V canto dell'Inferno, qui il vento forte che spazza le vie, ma anche il tormento del poeta che medita sulla precaria esistenza umana, su quella forza inesorabile che la governa. Dove sarà N.? Neppure una traccia di lei è rimasta in quella casa: resta soltanto la testimonianza della violenza della vita, la "furia" del tempo che scorre e che separa le vite, che cancella i ricordi e riempie di tristezza. Fuori il paesaggio è quello povero di sempre, modesto e ignaro del tormento di Luzi.




Dipinto di Ray Hendershot


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LA FRASE DEL GIORNO
All'origine, in quell'attimo o evo quando da tutto il non amore si libera un sorriso appena conscio della profondità che cela e sfavilla l'incontro dei pensieri, snida l'oscurità del passato, traversa gli anni da cima a fondo.
MARIO LUZI, Il pensiero fluttuante della felicità




Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005), poeta italiano, fu uno dei grandi rappresentanti dell’Ermetismo. Più volte candidato al Nobel, fu insignito della Legion d’Onore. Fu Accademico della Crusca e senatore a vita.



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