mercoledì 16 dicembre 2009

Il decimale dell’amore

ROBERT FROST

INCONTRARSI E PASSAR OLTRE

Mentre scendevo il colle lungo il muro
C’era un cancello al quale mi ero accostato
Per guardare, ed appena me n’ero voltato
Che ti vidi salire. C’incontrammo. Ma
Tutto quel che facemmo quel giorno fu confondere
Grandi e piccole orme sulla polvere estiva, come
A figurare il nostro essere meno di due
Ma sempre più che uno. Il tuo parasole
Separò il decimale puntandosi profondo.
E per il tempo che parlammo tu sembravi
Sorridere a qualcosa che osservavi
Nella polvere (oh, senza pregiudizio per me!)
Dopo andai oltre il cammino che avevi compiuto
Prima che ci incontrassimo, e tu oltre il mio.

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Qualche giorno fa abbiamo visto strani influssi matematici nelle poesie: la probabilità di Wislawa Szymborska, il due che non è dato da uno più uno ma da molto di più in Cortázar. Anche in questa poesia di Robert Frost i numeri la fanno da padroni con una immagine che quantifica l’amore che non è ancora nato, ma che può sbocciare: non è ancora il due, la coppia, e non è ancora l’uno, il singolo; è qualcosa di più, un’entità numerica da esprimere con un decimale, 1,1 o 1,45…

Quello che Frost racconta è un incontro casuale su una strada polverosa. La ragazza ha l’ombrellino e splendida è la metafora di quel punto segnato dalla sua punta nella polvere dove si mescolano le impronte grandi lasciate dal poeta e quelle piccole della donna: quel punto tracciato è la virgola che separa l’uno dal decimale, l’amore che può sorgere da quell’incontro. Per “quel giorno” può bastare. I due proseguono per le loro strade, che in realtà si scambiano, lasciando presagire che quell’uno virgola presto sarebbe diventato un due…

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Claude Monet, “Donna con parasole”

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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore è l’irresistibile desiderio di essere irresistibilmente desiderati.
ROBERT FROST, Comment




Robert Lee Frost (San Francisco, 26 marzo 1874 – Boston, 29 gennaio 1963), poeta statunitense, vincitore di quattro Premi Pulitzer. Le sue poesie, attraverso la raffigurazione con una notevole padronanza del linguaggio colloquiale della vita rurale del New England all’inizio del ‘900, indagano temi sociali e filosofici. La strada non presa è la sua poesia più celebre.


2 commenti:

CT ha detto...

ma quanto mi piace questa attenzione sui numeri, e dire che sono considerati "aridi",poi la frase di Frost è bellissima.

DR ha detto...

Robert Frost è un poeta che amo leggere in questo periodo. Cercavo un'altra poesia (Solo tra i boschi in una sera di neve) e per serendipità mi sono ritrovato a leggere questa. Visto il discorso matematico intrapreso da un paio di mesi, è capitata a fagiolo per il post. "I numeri non si possono amare" dice Battiato in un disco piuttosto raro, ma devo smentire il Maestro: i numeri si possono amare, basta trasformarli in poesia...