domenica 27 dicembre 2009

Nuovi versi in metro antico

PATRIZIA VALDUGA

VIENI, ENTRA E COGLIMI, SAGGIAMI, PROVAMI…

Vieni, entra e coglimi, saggiami provami...
comprimimi discioglimi tormentami...
infiammami programmami rinnovami.
Accelera... rallenta... disorientami.

Cuocimi bollimi addentami... covami.
Poi fondimi e confondimi... spaventami...
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami... ardimi bruciami arroventami.

Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami...
dissociami divorami... comprovami.

Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra... riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.

(da Medicamenta, 1982)


È un bel metodo questo della poetessa veneta Patrizia Valduga: usare un metro antico, la forma classica del sonetto per raccontare compiutamente le sue ossessioni erotiche, le passioni e i turbamenti che l’amore fisico sa dare. La strofa diventa così un mezzo per ordinare e mettere in fila quelle passioni: in questo caso è un susseguirsi di verbi, ben 47, che descrivono con una notevole varietà la prorompente vitalità amorosa. Come scrive nella prefazione alla riedizione di Medicamenta del 1989 Luigi Baldacci: «…così come in quasi tutte le opere della Valduga, il rigido schema metrico, costituito dall'alternarsi obbligato di rime e misure sillabiche, serve all'autrice per poter incanalare la piena sensuale che traspare dalle sue composizioni poetiche e per attenuare il suo lessico estremamente crudo ed erotico».


Illustrazione © Damien Hunin


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LA FRASE DEL GIORNO
Il sentimento è una cosa e l'erotismo un'altra. Ci sono soggetti portati per l'erotismo e soggetti portati per il sentimento. È raro che un uomo e una donna siano portati per tutti e due insieme. In questi casi è il finimondo.
LUIGI MALERBA, Il serpente




Patrizia Valduga (Castelfranco Veneto, 20 maggio 1953), poetessa e traduttrice italiana, compagna per ventitré anni del poeta Giovanni Raboni. Ha fondato nel 1988 la rivista mensile Poesia che ha anche diretto per un anno. Nelle sue poesie ripristina in forma rigorosa tutti i generi metrici tradizionali, dal sonetto all'ottava, dalle terzine dantesche alle stanze di ballata.


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