mercoledì 10 febbraio 2010

Contro la caccia

ALESSANDRO PARRONCHI

CONTRO LA CACCIA

L'aria è dolce, il cielo coperto.
Nella campagna inanimata
da stamani, domenica invernale,
sparano ininterrottamente.
Che uccideranno?

Discendo da una famiglia di cacciatori.
Mio padre stava fuori l'intero giorno
per riportare, a sera, una ghiandaia.
Tirava d'imbracciata
maledettamente bene.
Ma so che appena avuto l'animale
gli avrebbe reso vita volentieri.
Il suo non era gusto di uccidere
ma di cercare e scovare una preda.
Lo so ben io, che preda e ricerca
ho trasferito in parole ed immagini.
Devo a lui se ho conosciuto la selva
quando ancora esisteva e era possibile
ascoltarne l'inconscio respiro.
Ora non più. I boschi sono orti.
E l'istinto di uccidere si esercita
su passerotti dall'ali mozze
scampati a qualche tiro d'inesperto.

Non uccidete il cucùlo che segnala
il va e vieni della primavera
senza di che non so più orientarmi.
Non uccidete la tortora che cola
al molle filtro il grigio delle nuvole.
Non uccidete il merlo
ubriaco del mosto del crepuscolo.
Non uccidete la ghiandaia che tra nero
e bianco stringe al petto l'azzurro.
Non uccidete la lepre occhi e orecchi
spuntati sul sentiero.
Non uccidete la biscia d'erba viva
non sfrangete il piccolo cuore della lucertola
non uccidete la futile farfalla
né il ragno laborioso
né il rospo filosofo indifeso.
E se tutti questi sono morti?
Non avrete che larve
pei vostri fucili automatici.

(da Replay, 1980)

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La nuova legge sulla caccia estende il calendario venatorio a ben cinque mesi, riduce a 16 anni l’età minima per il possesso e l’uso di armi da fuoco per uso venatorio, contempla altre facilitazioni al possesso delle armi, elimina l’interesse pubblico alla tutela della fauna, consente la caccia anche sulle vie della migrazione degli uccelli ed elimina la categoria delle specie superprotette. Non sono un animalista ma ho sempre considerato barbari divertimenti sia la caccia sia la corrida. Non sono neppure un fanatico del veganesimo e mangio carne e comprendo che le specie faunistiche debbano essere in un certo modo controllate. Però mi immedesimo nel toro sacrificato nell’arena, nei passeri colpiti dai pallini, nel camoscio ucciso sulla neve. Questa poesia di Alessandro Parronchi mi è tornata alla memoria quando ho letto della nuova legge, che consente tra l’altro ai cacciatori, sulla base del Codice Civile, il privilegio di addentrarsi nelle proprietà altrui per esercitare la loro attività. È un grido disperato che viene dalla natura: se la mettiamo in pericolo, saremo in pericolo anche noi… Da notare come lo stile assume una valenza poetica proprio nella lunga strofa finale, dove le bellissime immagini fanno da corollario a quella sorta di nuovo decalogo.

La buona notizia è che negli ultimi vent’anni il numero dei cacciatori si è dimezzato (sono l’1,7% della popolazione) ; la speranza è che questi abbiano la sensibilità che aveva Mario Rigoni Stern, cacciatore rispettoso: “Molti uccelli avranno stroncato il volo, molti quadrupedi la corsa. Sarà morte per tante creature; sarà la fine di canti, di danze, di fame, di gelo. Un colpo: un’ala che si stira, una zampa che si rattrappisce: poi nulla. No, non nulla. Dall’altra parte ci sarà un uomo che raccoglierà non solamente il capo di selvaggina, ma anche tutto quello che questo era da vivo: libertà, sole, spazi, tempeste”. (da “Il bosco degli urogalli”, 1962)

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Wilfred Bailey, "Uccelli in volo"

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LA FRASE DEL GIORNO
Sport detestato (la caccia), che deve i suoi piaceri ai dolori di un altro.
WILLIAM COWPER, The Task

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Alessandro Parronchi (Firenze, 26 dicembre 1914 – 6 gennaio 2007), poeta, storico dell'arte e traduttore italiano. Con il suo stile ricercato è passato da un ermetismo  incantato a un intimismo che trae giovamento dalla consolazione della memoria: per questo le sue poesie sono oggetto di un meditato lavorio con cui il ricordo media l’emozione.


5 commenti:

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Assolutamente, convintamente e decisamente CONTRO !!!

luciana - comoinpoesia

Gianna ha detto...

Poesia molto intensa di emozioni.

Contro la caccia, sempre!

DR ha detto...

bene, non sono solo... con me ho oltre cinquantotto milioni di italiani...

Rossella ha detto...

Bella davvero l'idea che hai avuto. La caccia è un privilegio assurdo concesso a pochi individui i quali sono autorizzati a privare i più di un bene che appartiene a tutti: la fauna, quel poco che resta, del nostro povero territorio, già depredato e martoriato da mille ruberie e violenze...

DR ha detto...

Perfettamente d'accordo con te, Rossella...