sabato 20 marzo 2010

Toponomastica di Milano

Le strade milanesi non avevano un nome scritto. Solo nel 1785, durante la dominazione austriaca, la toponomastica cittadina fu sancita su ordine del ministro plenipotenziario della Lombardia, il conte Wilzeck. Impose insegne, numeri civici, lampioni a olio all’angolo delle vie. Milano è città antica, che risale ai Liguri e ai Celti e che già nel 43 a.C. venne inclusa nello stato romano. Le sue vie hanno talora nomi che si perdono nel tempo, lungo i secoli, risalendo a ritroso attraverso il periodo dei Visconti e degli Sforza fino al Medioevo, ai Longobardi e all’epoca romana.

VIA BRERA è il cuore artistico della città: vi sorgono l’Accademia e la Pinacoteca. Brera è la corruzione di Braida, a sua volta derivato dal latino proedium, campo. Dove ora è il Palazzo di Brera vi era la casa della Confraternita degli Umiliati, la braida appunto. Erano divisi in tre ordini: gli Umiliati, che continuavano a vivere nelle loro famiglie, i frati e le suore laiche che vivevano in chiostri maschili e femminili, e preti e suore consacrati a Dio. Fabbricavano panni, sete, tessuti d’oro e d’argento e li esportavano in tutta Europa. Nel 1305 arrivarono anche in Sicilia, dove fondarono manifatture. Vizi e lussi portarono allo scioglimento dell’ordine. A Brera subentrarono i gesuiti e poi l’Accademia di Belle Arti, la Biblioteca e la Pinacoteca.

VIA CAMINADELLA si trova proprio dietro l’Università Cattolica, nel cuore romano di Milano: è in quei dintorni che si possono ancora ammirare i ruderi di ciò che resta del periodo imperiale. Deve il suo nome, non a una breve camminata – la via comunque è molto corta – ma ai camini in muratura del palazzotto visconteo, vera eccezione in quell’epoca, quando dai tetti di paglia fuoruscivano i fogher, i camini di fango impastato e rappreso. Il palazzo ora non c’è più: fu distrutto dai bombardamenti del 1943.

PIAZZA CORDUSIO, a metà strada tra il Castello Sforzesco e il Duomo, ospitava il palazzo di Albino, generale di Alboino e primo governatore di Milano. Il luogo fu detto dunque “De Curte Ducis”, corrotto in seguito in “Cortedoxi”, “Corduce” e infine “Cordusio”. Luogo deputato di congiure, gazzarre, moti e tumulti (nel 1311 ai danni di Enrico di Lussemburgo, nel 1526 contro le ruberie degli spagnoli, nel 1628 il famoso assalto ai prestini di manzoniana memoria) la piazza ora ospita le poste e importanti banche.

Piazza Cordusio © DR

PIAZZALE LORETO è tristemente noto per la fine del fascismo e di Mussolini. Si può affermare che la città finisca lì, prima del lungo Viale Padova che porta alla periferia. Nel 1607 vi venne costruita una chiesa simile a quella di Loreto, con annesso il convento cistercense di Nostra Signora di Loreto fuori di Porta Orientale. Il convento venne abbandonato nel 1871, la chiesa qualche decennio dopo.

VIA MONETA, che si affaccia sull’edificio delle Poste, a pochi metri da Piazza Affari, sede della Borsa, richiama la presenza in quel luogo evidentemente predestinato se ora vi sorge la Banca d’Italia, dell’antica zecca romana. Fino al 1873 vi era anche la chiesa di San Mattia ad Monetam, sull’angolo dove inizia Via Ambrosiana.

VIA OLMETTO si apre tra Piazza Vetra e Via dei Piatti, a pochi metri dalla centralissima e trafficata Via Torino: prende nome da un olmo che cresceva nel palazzo imperiale costruito da Massimiano nel III secolo e che era noto come Ulmus in Palatio. Secondo la tradizione l’olmo era piantato nello slargo, ancora oggi esistente, in corrispondenza con Via dei Piatti.

VIA DELLE ORE è situata dietro Palazzo Reale e sbocca in Piazza Fontana, purtroppo celebre per l’omonima strage del 1969: nel 1335 Azzone Visconti fece installare un orologio che batteva le ore sulla vicina chiesa di San Gottardo al Palazzo Reale, il primo di Milano, ecco spiegata la denominazione della via.

VIA DELLA PALLA taglia Via Torino dal lato della Chiesa di Sant’Alessandro. Vi aveva sede la Standa, soppiantata sul finire degli anni ‘90 dal negozio FNAC. Anticamente vi si svolgevano i giochi pubblici, di qui il nome.

VIA PONTE VETERO, tra Via Broletto e Piazza del Carmine, a mezza strada tra il Castello e Brera, deve il suo nome a uno dei più vecchi ponti di Milano: scavalcava un canale nel cui letto si raccoglievano gli spurghi della zona. Da notare che Milano, fino alla metà del secolo scorso aveva una fitta rete di navigli che attraversavano la città facendone nei dintorni di San Marco una specie di piccola Venezia. Ora restano solo quelli scoperti nella zona detta appunto dei Navigli, nel sud-est.

VIA ZEBEDIA è la strada stretta e lastricata che collega Piazza Missori a Piazza Sant’Alessandro: la Zebedia era un’antica prigione fatta costruire da un certo Zebedeo, nella quale furono rinchiusi i soldati romani Cassio, Licinio, Bruto e Severino, colpevoli di essersi convertiti al cristianesimo, poi giustiziati e santificati. La chiesa che sorge in Piazza Sant’Alessandro sarebbe stata costruita sui resti del carcere: nel corso di scavi sono stati trovati macigni con infissi grossi anelli.

 

Via Zebedia © DR

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LA FRASE DEL GIORNO
Cosa v'è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa non perderebbe il suo profumo se avesse un altro nome.
WILLIAM SHAKESPEARE, Giulietta e Romeo, II, II

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