giovedì 29 aprile 2010

Della metafisica

Dare una spiegazione ultima e definitiva di tutta la realtà e del sapere: questo è il fine della metafisica. In altre parole atteggiarsi a Dio. È la parte della filosofia che tratta i principi primi della realtà, posti al di là di ogni esperienza. Quelli che nell’edizione di Aristotele curata da Andronico di Rodi nel I secolo avanti Cristo erano posti dopo la sezione riguardante la natura, la Fisica, e quindi μετά τά φυσικά, metà tà phusikà. Aristotele tra l’altro la definiva “scienza prima” e precisò che suo oggetto è l’ente in quanto tale, la realtà considerata nei suoi aspetti universalissimi comuni a tutte le realtà determinate.

Ma non a tutti piace la metafisica, molti pongono in risalto la sua supponenza, la sua pretesa di scientificità, di superiorità di fronte alle altre scienze. Già nei Disticha Catonis medievali, qui volgarizzati da un anonimo toscano, si può leggere: “Lassa stare le segrete cose del cielo e ad inchierere che cosa sia lo cielo; e con ciò sia cosa che tu sii mortale, cura quelle cose che sono mortale”. E nel Settecento il moralista francese Nicolas de Chamfort osserva: “Io direi volentieri degli speculatori metafisici ciò che lo Scaligero diceva dei Baschi: «Si dice che tra loro si capiscono, ma io non lo credo affatto»”. Ci va giù ancora più duro il filosofo scozzese David Hume, contemporaneo di Chamfort: “Se ci viene alle mani qualche volume, per esempio di teologia o di metafisica scolastica, domandiamoci: Contiene qualche ragionamento astratto sulla quantità o sui numeri? No. E allora gettiamolo nel fuoco, perché non contiene che sofisticherie ed inganni”.

Ma la definizione più sprezzante, venata di un humour tipicamente britannico, è quella attribuita a Lord Bowen, giudice inglese dell’Ottocento, che parlando a proposito di un filosofo metafisico disse: “Un cieco in una stanza buia che cerca un cappello che non c’è”.

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Willy Baumeister, “Paesaggio metafisico”

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LA FRASE DEL GIORNO
Nessuna invenzione è stata più facile all’uomo di quella del cielo. 
GEORG CHRISTOPH LICHTENBERG, Osservazioni e pensieri

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