martedì 24 gennaio 2012

Ascoltando la notte

 

LIBERO DE LIBERO

E QUESTI SONO I TERRITORI

E questi sono i territori
della notte, e questo è l'ulivo
dove il passero piega
sul chiarore del canto,
e quest'ombra di foglie
mi colma e di vento.
Solo al fiume mi siedo
con armenti di roccia
e mansueti orizzonti,
e nel suo oscuro splendore
sento il corpo terreno
alle radici estinto.
Ascoltando la notte percorro paesi,
e quanti, incontro all'alba.

(da Solstizio, Quaderni di Novissima, 1934)

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Libero De Libero, poeta ciociaro molto legato alla sua terra, “il solito ragazzo nutrito con schiaffi fette di pane e libri d’ogni specie che, un giorno, scrive una poesia e se ne vergogna più che d’un grosso peccato, poi da giovane ci riprova e si vergogna di meno, ma da uomo ha continuato senza grossi scrupoli”, è una figura molto particolare nel Novecento italiano: non a caso i critici vedevano in lui una specie di “Rimbaud nostro” – parola di Alberto Savinio – o un Valéry meno doloroso – l’opinione di Carlo Bo. Qui troviamo De Libero davanti a una notte sul fiume: di fronte alle immagini quasi surrealiste, soprattutto quella delle rocce affioranti che nel buio sembrano un gregge, emerge quella caratteristica che di lui colse un altro grande poeta, Alfonso Gatto: “Una sorta di misticismo non naturalistico ma terriero, quasi contadinesco…”

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VINCENT VAN GOGH, “STERRENNACHT BOVEN DE RHONE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Non importa essere grandi poeti, ma poeta che deve raccontare le proprie radici; la vita della sua gente.
LIBERO DE LIBERO




Libero De Libero (Fondi, 10 settembre 1903 – Roma, 4 luglio 1981), poeta, critico d'arte e narratore italiano. Gli Anni ‘30 lo videro al Caffè Aragno di Roma con Vincenzo Cardarelli, partecipe della  scuola pittorica di via Cavour. La sua poesia si inserisce in un ermetismo legato alla terra, al vigore del reale.


1 commento:

Vania ha detto...

...a mio avviso una cronaca puntigliosa e soggettiva....una cronaca/narrazione.

...bello il dipinto non lavevo mai visto.:)

ciaoo Vania