sabato 14 aprile 2012

Titanic


THOMAS HARDY

LA CONVERGENZA DELLE METÀ

versi sulla perdita del Titanic

I

Nella solitudine del mare
al fondo dell’umana vanità
e dell’Orgoglio che la progettò, immobile sta.

II

Le camere d’acciaio, un giorno pire
dei suoi fuochi di salamandra,
fredde correnti percorrono risuonando al ritmo delle lire delle maree.

III

Sugli specchi destinati
a riflettere l’opulenza
striscia Il verme marino, grottesco, viscido, indifferente animale.

IV

Gioielli progettati con gioia
per rapire menti sensuali
giacciono opachi, le loro scintille offuscate, nere e cieche.

V

Pesci dai fiochi occhi a palla
ammirano gli equipaggiamenti dorati
e si domandano: “Che ci fa questa vanagloria, quaggiù?”

VI

Allora: mentre forgiava
questa creatura dall’ala tagliente
la Volontà Immanente che muove e sorregge tutto

VII

Preparava uno sposo sinistro
per lei – così allegramente grande -
una Forma di Ghiaccio, ancora lontana e separata.

VIII

E mentre l’elegante nave cresceva
in statura, grazia e colore,
nel silenzio oscuro cresceva lontano anche l’Iceberg.

IX

Estranei sembravano essere
nessun occhio d’uomo poteva vedere
l'intima saldatura della loro storia futura

X

O presumere che fossero incanalati
su rotte coincidenti
per diventare a breve due  metà di un solo augusto evento,

XI

Finché la Tessitrice degli Anni
non ha detto “Ora”, e ognuno ha saputo
e il compimento è giunto a scuotere due emisferi.

.

Si sono versati fiumi di inchiostro e note musicali e chilometri di pellicole cinematografiche sul Titanic, “questa nera nave che mi dicono non può affondare” per citare almeno L’abbigliamento di un fuochista di Francesco De Gregori, che affondò il 14 aprile 1912 dopo aver urtato un iceberg poco prima della mezzanotte molto al largo di Terranova. Morirono 1553 dei 2223 passeggeri e la notizia fece il giro del mondo come “il più disastroso naufragio della storia”. Dalla cronaca passò direttamente nel mito: 18 film, da Saved from the Titanic del 1912 a Titanic 3D del 2012, citazioni come quella in Ghostbusters, dove arriva come nave fantasma nel porto di New York, location per romanzi d’avventura e spionaggio quale Recuperate il Titanic! di Clive Cussler. E rare poesie, come questa di Thomas Hardy (1840-1928), poeta inglese legato al naturalismo: la scrisse pochi giorni dopo il disastro, si scagliò contro il gigantismo del progresso e destinò alle famiglie delle vittime i proventi della vendita. Non un granché come poesia, ma una testimonianza storica interessante.

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WILLY STOWER, “TITANIC SINKING”

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LA FRASE DEL GIORNO
Qualcosa rimane sempre – / bottiglie, tavoli, sedie a sdraio, stampelle, / i detriti lasciati alle spalle, / un vortice di parole, /canti, bugie, reliquie / rottami – tutto questo – / che danzano e rotolano sull’acqua
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HANS MAGNUS ENZENSBERGER, La fine del Titanic




Thomas Hardy (Upper Bockhampton, 2 giugno 1840 – Dorchester, 11 gennaio 1928), poeta e scrittore britannico. Divenne famoso per i suoi romanzi improntati alla nuova corrente letteraria del realismo ma con notevoli influenze romantiche. Quasi tutti i suoi romanzi si svolgono nel Wessex, una contea inesistente, regno anglosassone medievale, e narrano di storie d'amore tormentate con risvolti tragici.



3 commenti:

Vania ha detto...

..ripasso.

...devo andare...credo a lunedì.
ciaooo Vania :))

Gianpiero De Tomi ha detto...

Questa nave inaffondabile ... i tempi sono maturi per la riflessione, alla luce di vicende che ci hanno coinvolto da vicino. Scherzi a parte, che belle immagini,nella loro tragicità, di quella normale e strana popolazione che cercava la ludicità del viaggio in quell'incredibile nave ...purtroppo difficilmente era intuibile il loro destino. Ho sempre considerato una similitudine della vita, il fato insito in questa vicenda, avvicinando inaffondabile ad imponderabile.

Vania ha detto...

interessante...come interessante il commento di Giampiero.

ciaoo Vania