domenica 10 giugno 2012

Ignominiosamente


MARIO LUZI

MUORE IGNOMINIOSAMENTE LA REPUBBLICA

Muore ignominiosamente la repubblica.
Ignominiosamente la spiano
i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti.
Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto.
Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani,
si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli.
Tutto accade ignominiosamente, tutto
meno la morte medesima - cerco di farmi intendere
dinanzi a non so che tribunale di che sognata equità. E l'udienza è tolta.

(da Al fuoco della controversia,1978)

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Era il 1978 quando Mario Luzi scrisse questi versi: erano parte di una sezione sociale nella raccolta Al fuoco della controversia. Il poeta, l’intellettuale, non poteva tacere di fronte alla situazione che si era venuta a creare: erano i tempi del rapimento di Aldo Moro in Via Fani con la scorta di cinque uomini trucidata dalle Brigate Rosse e dell’assassinio dell’uomo politico democristiano, “il capo di cinque governi, / punto fisso o stratega di almeno dieci altri, / la mente fina, il maestro / sottile / di metodica pazienza, esempio / vero di essa / anche spiritualmente”, fatto ritrovare in Via Caetani a Roma, “acciambellato in quella sconcia stiva, / crivellato da quei colpi”. Luzi grida tutto il suo sdegno per quella crisi sociale e politica che aveva portato agli “anni di piombo”: la sua protesta è amplificata da quella parola ripetuta ben sei volte: “ignominiosamente”; c’è tutta l’infamia, tutto il disonore che questa povera patria ha dovuto sopportare. Sembrano versi scritti non nel 1978, ma cinque minuti fa: si adattano in maniera imbarazzante alla situazione politica attuale, dove al muro contro muro dei due poli scaturito dalla rivoluzione della Seconda Repubblica è subentrato il tutti contro tutti odierno, lo scollamento definitivo tra il paese reale e il paese politico, tra la gente comune e lorsignori, gli onorevoli che hanno ormai perso il polso del paese e si arroccano a difesa dei loro privilegi mentre l’Italia va a pezzi – e purtroppo non solo in senso figurato.

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MICHELANGELO PISTOLETTO, “STRACCI D’ITALIA”, 2007

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LA FRASE DEL GIORNO
Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!
DANTE ALIGHIERI, Purgatorio, VI, 76-78




Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005), poeta italiano, fu uno dei grandi rappresentanti dell’Ermetismo. Più volte candidato al Nobel, fu insignito della Legion d’Onore. Fu Accademico della Crusca e senatore a vita.


3 commenti:

Vania ha detto...

...non sono ferrata di politica....speriamo che la STORIA...(non solo in senso figurato)...non si ripeta.

ciaoo Vania

Vania ha detto...

....succinta la poesia...ma molto discorsiva.

DR ha detto...

Diciamo che più che altro quando lo sdegno è troppo va espresso. Il genio di un poeta come Luzi è farlo seccamente, in poche parole.