mercoledì 22 maggio 2013

Una purpurea rosa

 

SIBILLA ALERAMO

SILENZIO, TEPORE...

C’è silenzio, e tepore,
in questa romita stanza ov'’io ti attendo,
e una purpurea rosa,
già stanca, sul ciglio di languire,
anch’essa ansiosa del tuo bruno sguardo,
così tenera è l’ora
ch’io mi trasmuto in taciturna grazia,
mite rosa,
tepore sulle tue palpebre, carezza d’amore.

(da Selva d’amore, Mondadori, 1947)

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L’attesa dell’amato si trasforma in questi versi di Sibilla Aleramo in un dolce e sensuale languore. E non è solo l’immagine della rosa sul punto di sfiorire a dare a tutta la lirica quel senso di estetismo tipico dei decenni a cavallo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento…

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105400

RAYMOND LEECH, “ONLY A DREAM AWAY”

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LA FRASE DEL GIORNO
L'attesa del piacere è essa stessa piacere
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GOTTHOLD EPHRAIM LESSING, Minna von Barnhelm




Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio detta Rina (Alessandria, 14 agosto 1876 – Roma, 13 gennaio 1960), scrittrice e poetessa italiana. Attiva nell’impegno femminista, esordì con il romanzo autobiografico Una donna. La relazione con il poeta Dino Campana generò un importante carteggio e numerose poesie.

2 commenti:

Vania ha detto...

..scorrevole e intensa la poesia..mi è venuto in mente il fiore che stava per morire nel film di Walt Disney in la Bella e la Bestia.

ciaoo Vania:)

DR ha detto...

il film non l'ho visto. Il fiore che si sfa è certo simbolo di languore