domenica 20 ottobre 2013

Il più bello dei fiumi

 

ALCEO

ALLA FOCE DELL’EBRO

Ebro, il più bello dei fiumi,
che nella Tracia con forte suono scorri
lungo terre famose pei cavalli,
al purpureo mare presso Aino tacito scendi.
E lì molte fanciulle muovono
molli sulle anche: con l’acqua chiara
nel palmo delle mani, come con olio
addolciscono la pelle.

(Traduzione di Salvatore Quasimodo)

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Sulla traduzione di Salvatore Quasimodo e sulla sua aderenza al testo classico si può disquisire, ma è altrettanto indubitabile che la sua versione più “moderna” renda giustizia agli antichi lirici greci. Quasimodo dice di aborrire ”quella terminologia classicheggiante (per intenderci: opimo, pampineo, rigoglio, fulgido, florido, ecc.)”. Certo, il rischio è quello di una “ricreazione” del testo ad opera del poeta secondo i propri canoni e la propria esperienza. Forse il delta dell’Ebro, non lontano dall’attuale confine con la Turchia, si trasforma nella foce del Ciane, ma lo spirito di Alceo (VII-VI secolo avanti Cristo), poeta esule che rimpiange la sua terra lontana, è vivissimo come la nostalgia di Quasimodo per la Sicilia.

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Baigneuses

VICTOR REGNART, “LES BAIGNEUSES”

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LA FRASE DEL GIORNO
La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio.
FRANZ KAFKA




Alceo  (Mitilene, VII-VI secolo a. C.), poeta greco antico. La sua poesia, che pur conosce gli abbandoni dell'ebbrezza e dell'amore, nasce dalla passione politica, canta le gioie, i dolori, le ansie della battaglia. Intonazione più calma ebbero, probabilmente, gli inni.


2 commenti:

Vania ha detto...

..qui non posso che dire grazie del tuo commento.:)

ciaoo Vania:)

DR ha detto...

prego...