giovedì 8 gennaio 2015

Torna a vestirti di indicibile

 

ULALUME GONZÁLEZ DE LEÓN

PAROLA

Parola pronunciata
così sola
così nuda:
torna a vestirti di indicibile.

(Palabra, da Plagio II, 1980)

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È l’essenza della poesia quella che la poetessa messicana di natali uruguaiani Ulalume González de León evoca in questi pochissimi versi: undici parole per esprimere il senso stesso dell’opera poetica, quel dire l’indicibile, quell’esplorare il territorio sconosciuto dove le parole assumono un’altra valenza, come i termini magici di una Sibilla, e l’intuizione supera il significato, così come l’immagine ha più valore del concetto.

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MIHAI CRISTE, “MEMORIE DEL FUTURO”

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LA FRASE DEL GIORNO
Non puoi parlare nella lingua degli uccelli / Non puoi parlare nella lingua del vento / Non puoi parlare nella lingua del mare / Ti mancherebbe / credo / l' esprit de la langue // Quello che hanno detto l’onda l’aria il merlo / non ammette discussioni // Tu invece torci / e ritorci le parole
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ULALUME GONZÁLEZ DE LEÓN, Plagio II




Ulalume Ibáñez Iglesias, nota come Ulalume González de León (Montevideo, 20 settembre 1932 – Querétaro, Messico, 17 luglio 2009), poetessa, traduttrice, saggista e editrice messicana di natali uruguaiani. La sua poetica parte dall’assunto che tutto è stato detto e la poesia altro non è che un plagio: il vero soggetto è la memoria e il corpo altro non è che cellula della memoria.

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