mercoledì 5 ottobre 2016

Un cumulo molle d’azzurro

 

FRANCESCO PASTONCHI

SERA SUL PO

Quell’uomo che pesca, intento,
nel Po, non s’avvede
che tutto intorno gli cede
frana, si disfà, lento?...
il ponte, la riva, il colle...
Superga, come un fiore, là,
su un cumulo molle
d’azzurro!... E il fiume, che va,
se la porta via, senza
un murmure, senza
un’onda, così, allo sfacelo,
intorno a quel filo di lenza,
superstite, fra l'acqua d’argento
e l’immenso cielo.

(Da Versetti, 1930)

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La bellezza formale, tipicamente parnassiana, è quanto ricercava nelle sue opere poetiche Francesco Pastonchi: questi suoi versi, che descrivono un pescatore sul Po a Torino, sono intrisi di estetismo – e se questo è il loro pregio, tuttavia ne costituisce anche il limite, non riuscendo a varcare quel confine che porta il lettore all’empatia poetica.

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Torino

FOTOGRAFIA © TEEJWAL

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LA FRASE DEL GIORNO
L’esteta ha con la bellezza lo stesso rapporto che ha il pornografo con l’amore e il politico con la vita.
KARL KRAUS, Di notte




Francesco Pastonchi (Riva Ligure, 31 dicembre 1874 – Torino, 29 dicembre 1953), poeta e critico letterario italiano. La sua poesia si svolse in origine secondo modi parnassiani e soprattutto dannunziani, lontana da ogni vera intimità e sensualmente intesa alla ricerca della bellezza formale, facendosi con il tempo più malinconica e meditativa.


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