lunedì 26 dicembre 2016

Ecco declina già l’anno

 

GESUALDO BUFALINO

VERSI LASCIATI SOPRA IL CUSCINO

Ecco declina già l’anno di nuovo,
ma l’ombra dietro i vetri che si spia
ancora sazi, ancora ingordi ci ritrova
del suo cibo di mala follia.

Diluvi corrono come coltelli
per ogni viottolo del sangue triste:
ah brama buia, perduti duelli,
tentazione di non esistere!

Possederti mi è dunque terrore,
e quando madida e dolce sul fianco
piangendo mi manchi, nel cuore
un vento ascolto battere stanco.

Coi capelli avvinti e le bocche funeste
come non serve contro la sorte
ogni sera cercare questa celeste
catastrofe che simula la morte.

Come non serve affondare la faccia
sul tuo petto di diafana pietra,
ora che già il predone fiutò la nostra traccia
e i suoi cani ci latrano dietro.

(da L’amaro miele, Einaudi, 1989)

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Basta la recensione scritta dall’autore, lo scrittore e poeta siciliano Gesualdo Bufalino a fare la tara a questi versi scritti negli anni della gioventù: “divenuti, invecchiando, patetici come rulli di pianola o vecchie fotografie; questi versi non vantano probabilmente altro merito per vedere la luce; se non quello, privato, di fare per un momento sorridere, ove ne abbia ancora le labbra capaci, un fantasma di gioventù. Il quale potrà ritrovarvi e riconoscervi, insieme ai relitti di sue antiche pene d'amor perdute in riva al Mediterraneo, le memorie di una lunga attesa e persuasione di morte all'ombra grave della guerra; e le veloci letizie, le lunghe solitudini, dopo il ritorno nel Sud”. Già a partire dal suo stile anticamente barocco, trapela l’anima della Sicilia, quel “rifugiarci nell’oscurità di noi stessi, ritrovare quanto abbiamo perduto, esorcizzare il tempo, la morte”, come scrisse un altro poeta siciliano, Lucio Piccolo.

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Levine

SHERRY RUSS LEVINE, “FRESH FROM MARKET”

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LA FRASE DEL GIORNO
Metri, metronomi, meridiane... L'uomo presume, misurando lo spazio e il tempo, di vincerli, mentre sono essi che misurano lui
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GESUALDO BUFALINO, Il malpensante




Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Vittoria, 14 giugno 1996), scrittore, poeta e aforista italiano. Insegnante, si rivelò tardi alla letteratura pubblicando nel 1981 Diceria dell'untore, con cui vinse il Premio Campiello. Con il romanzo Le menzogne della notte vinse nel 1988 il Premio Strega. Il suo stile ricercato, ricco e  "anticheggiante" gli deriva dall’abilità linguistica e da una vasta cultura.


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