lunedì 31 dicembre 2018

Saltino i tappi di spumante


LUCIANO ERBA

SE NON FOSSE

Se non fosse per queste piccole cifre
per queste ultime e umili cifre
un tempo si sarebbe detto centesimi
per le quali il totale delle entrate
non fa rima con quello delle uscite
e non quadra il bilancio di fine d'anno
(la nebbia sta invadendo le terrazze,
ma il fumo sale dritto sopra i tetti?
gli immigranti lanciano petardi
que le blanc ne se casse, mi raccomando)
se non fosse per queste minime cifre
ma discordi, e che fanno la spia
non si starebbe a risalire i conteggi
per trovare il nodo, il principium erroris
la smagliatura, il 5 per un 6
(ma la svista era un 8 per un 3)
non si avrebbe l'eureka, né la folle discesa
per le scritture, né l'arrivo in volata
sino all'abbraccio del dare e dell'avere:
ora saltino i tappi di spumante
e sia zero anche questo
mio ennesimo dì di San Silvestro.

1978

(da L'ippopotamo, 1989)

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Saltino i tappi di spumante per celebrare un altro anno che arriva, carico di speranze, così come fece a suo tempo il poeta milanese Luciano Erba. Lasciamo da parte le contabilità fisiche e mentali e auguriamoci tutti quanti: Buon 2019…

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Anno nuovo

FOTOGRAFIA © WALLPAPERSTOCK

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LA FRASE DEL GIORNO
Un anno è finito. Si è tagliata via una fetta al tempo, e il tempo resta intero.
JULES RENARD, Diario 1887-1910




Luciano Erba (Milano, 18 settembre 1922 – 3 agosto 2010), poeta, critico letterario, traduttore del secondo Novecento, appartenente alla Quarta generazione della Linea Lombarda. Insegnò Letteratura Francese e Letterature Comparate  all’Università Cattolica di Milano.




Greca


STATISTICHE DEL CANTO DELLE SIRENE PER L’ANNO 2018

VISITE: 146.360 (-20%)

PAGINE VISTE: 268.000 (-18%)

TEMPO MEDIO SUL SITO: 1:55 (+17%)


LE DIECI PRINCIPALI CHIAVI DI RICERCA
(escludendo “Il canto delle sirene” e simili):

  1. poesia contemporanea paraguaiana
  2. francesca woodman
  3. che scherzo poesia buzzati
  4. mascha kaleko poesie
  5. poesie su novembre
  6. tennyson poesie 
  7. apollo e dafne frasi
  8. accade che le affinità d’anima
  9. il poeta è un fingitore
  10. saperti amante e non poterti avere

RECORD DI VISITE: 744, il 21 marzo (massimo assoluto)
(il più basso 216 il 18 agosto)


I POST PIÙ LETTI IN ASSOLUTO NEL 2018

  1. Ciò che la primavera fa con i ciliegi (Pablo Neruda, Giochi ogni giorno con la luce…)
  2. Il poeta è un fingitore (Fernando Pessoa, Autopsicografia)
  3. Le affinità d’anima (Eugenio Montale, Ex voto)
  4. I poeti si divertono: Montale (Eugenio Montale, Piove)
  5. Apollo e Dafne

I POST PIÙ LETTI TRA QUELLI SCRITTI NEL 2018

  1. Nicanor Parra (Nicanor Parra, Crono/Cambi di nome)
  2. Il mare negli occhi (Sophia De Mello, ilmare dei miei occhi)
  3. Solitudine mia (Merini, S’anche ti lascerò / Dickinson, Ha una sua solitudine)
  4. Un sorso di vita (Emily Dickinson, Ho preso un sorso di vita)
  5. Centenario di Montserrat  Abelló (Ognuno deve avere/Ogni giorno ascolto/Oggi le parole)

SITI CHE LINKANO IL BLOG
(cui va Il mio doveroso grazie)

  1. La Poesia di Claudio Malune
  2. La belle auberge
  3. La Recherche
  4. La Spada
  5. L'Olivo Saraceno

PROVENIENZE DA SOCIAL NETWORK, AGGREGATORI E MOTORI DI RICERCA

  1. Google
  2. Facebook
  3. Bing
  4. Yahoo
  5. FeedBurner
  6. Blogger
  7. Ecosia
  8. Pinterest
  9. Google+
  10. Duckduckgo
  11. Virgilio

domenica 30 dicembre 2018

Scrivilo con il fuoco


WENDY COPE

FUOCHI D’ ARTIFICIO

(commissionata dal Festival di Salisbury, per i fuochi d’artificio)

I

Nel buio vieppiù lesti
svaniscono anche gli anni
che insieme a me vivesti.

II

Scrivilo con il fuoco
di notte, a ciel sereno:
certi uomini funzionano, più o meno.

(da Guarire dall’amore, Crocetti, 2011 - Tradzuione di Silvio Raffo)

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Wendy Cope, poetessa inglese del North Kent, con la sua ironia agrodolce spesso parodistica è una moderna cultrice del wit, spirito prettamente britannico coltivato già da Shakespeare e Donne. Come in questa breve poesia su commissione dove i fuochi d’artificio servono da metafora per gli uomini e l’amore.

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FOTOGRAFIA © PHYS.COM

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LA FRASE DEL GIORNO
Ignoto è il tessitore dell’ordito. / Scivola via un minuto dopo l’altro.
WENDY COPE, Guarire dall’amore




Wendy Cope (Erith, 21 luglio 1945) è una poetessa britannica. Lettrice di Storia al St. Hilda’s College, ha esordito nel 1986 con Preparando una cioccolata per Kingsley Amis, facendosi notare per l’ironia e l’arguzia delle sue poesie.


sabato 29 dicembre 2018

La luce di quell’alba


JACOBO REGEN

PAROLE

Ti chiedo solo di ricordare
La luce di quell’alba
Che abbiamo tanto amato.
Ho dissipato con te
Tante parole che credevi
Certe,
Che palpitavano,
Che vivevano
E ho amato in te le mie parole.
Quando ho smesso di amarle,
Ti ho persa.

(da Mondo umbratile, 1971)

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Anche le parole fanno parte di una storia d’amore. C’è un celebre “Controcorrente” in cui Indro Montanelli racconta una relazione attraverso gli incipit delle lettere: "Signora..."  "Cara Signora..."  "Mia dolce Signora..."  "Amore mio..."  "Mia maliarda..."  "Amore caro..."  "Cara Amica..."  "Cara Signora..."  "Signora..." Il poeta argentino Jacobo Regen le identifica in questo caso con l’amore stesso: non riconoscere più quelle parole come proprie significa non amare più.

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Falò

FOTOGRAFIA © MANUEL MEURISSE/UNSPLASH

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LA FRASE DEL GIORNO
Credo che le parole / sono carne e spirito: / tatuaggi sbalzati / a punta di coltello.
JACOBO REGEN, Mondo umbratile




Jacobo RegenJacobo Regen (Campo Quijano, 5 gennaio 1935), poeta argentino. Secondo Miriam Fuentes “la sua poesia rappresenta parola e atto, realizza la sintesi coerente limpida e fedele di chi ha visto tutto, di chi profondo e intenso come un pozzo, ha vissuto nella piccola pelle stessa del verso.


venerdì 28 dicembre 2018

Irene Gruss


Il giorno di Natale è morta a Buenos Aires a seguito di una grave forma di disidratazione la poetessa argentina Irene Gruss. Nata il 31 agosto 1950, prese parte al gruppo letterario “Mario Jorge De Lellis”, che traghettò il colloquialismo della poesia degli Anni’ 60 nel nuovo decennio. Il suo primo amore fu la musica, ma si dedicò poi completamente alla poesia, conferendovi un’ironia talvolta aspra ma sempre centrata come una lente sul mondo.


Gruss

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da En el brillo de uno en el vidrio de uno, 2000

MIOPIA

Non vedere
come sono piccole le cose
Delirio di grandezza
nello sguardo.

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ASTIGMATISMO

Fuori fuoco
Non è foschia.
Non è oscurità.
Albero sovrapposto alla foresta
memoria cancellata, sovrapposta
a se stessa
Miraggio: quello che vedi
è ambiguo, buio e
luce: sembrerebbe che
Dio non ha separato nulla

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da El mundo incompleto, 1987

ERA UNA FESTA

  È difficile scrivere un paradiso quando tutte le indicazioni superficiali
   fanno pensare che si debba scrivere l'Apocalisse. - Ezra Pound

Non più.
Non preoccuparsi
nel bel mezzo della guerra, quando
tutto era piacere e passione
e c’era la guerra.
Divertenti aneddoti tra Picasso e
le sue donne: Gertrude Stein
che guida un’ambulanza della
Croce Rossa Internazionale, nel paesaggio
del fronte.
Éluard che fa l'amore nel mezzo
della guerra: "Cosa avremmo fatto?"
Non più. L’amore adesso solo
sostiene,
scopre appena,
salva,
corrobora conclusioni, situazioni
sciocche.

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LA FRASE DEL GIORNO
Credo in ciò che dicono le parole, / non in quel che sono. / Perciò / mento a me stessa.
IRENE GRUSS, La calma




ireneIrene Gruss (Buenos Aires, 31 agosto 1950 - 25 dicembre 2018), poetessa argentina. Prese parte negli anni ‘70 al gruppo letterario “Mario Jorge De Lellis” innovando il colloquialismo. Tra le sue opere La luz en la ventana (1982), El mundo incompleto (1987), La calma (1991), Sobre el asma (1995) e La mitad de la verdad (2008), opera completa.


giovedì 27 dicembre 2018

Come una casa


VIVIAN LAMARQUE

IL SIGNORE NEL CUORE

Le era entrato nel cuore.
Passando dalla strada degli occhi e delle orecchie
le era entrato nel cuore.
E lì cosa faceva?
Stava.
Abitava il suo cuore come una casa.

(da Il signore d’oro, Crocetti, 1986)

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Ci sono amori come quello raccontato dalla poetessa trentina Vivian Lamarque: ti entrano dentro, ti colonizzano come dei conquistatori, si insediano nella parte più intima del cuore, come questo “signore” che si siede e ne prende possesso, che lo abita come una confortevole casa.

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Uomo

WILLIAM TEOPHILUS BROWN, “FIGURA IN UN INTERNO”

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LA FRASE DEL GIORNO
A cosa servono i baci se non si danno?
VIVIAN LAMARQUE, Il signore d’oro




LamarqueVivian Comba Provera Pellegrinelli Lamarque (Tesero, 19 aprile 1946) è una scrittrice, poetessa e traduttrice italiana dal francese. Di origini valdesi, ha insegnato italiano agli stranieri e nei licei. Ha ottenuto il Premio Viareggio, il Premio Montale, il Pen Club e, per le fiabe, il Premio Rodari e il Premio Andersen.


mercoledì 26 dicembre 2018

State attenti alle parole


ANNE SEXTON

LE PAROLE

State attenti alle parole,
anche a quelle miracolose.
Per le miracolose diamo il meglio,
brulicano alle volte come insetti
lasciando non un pizzico ma un bacio.
Possono essere buone come le dita.
Possono essere affidabili come le rocce
su cui mettiamo il sedere.
Ma possono essere sia margherite che ferite.

Eppure io le amo.
Sono colombe cadute dal soffitto.
Sono sei arance sacre appoggiate in grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell'estate,
e il sole, con il suo volto appassionato.

Eppure spesso mi deludono.
Ho così tanto da dire,
così tante storie, immagini, proverbi, ecc.
Ma le parole non ce la fanno,
mi baciano quelle sbagliate.
A volte volo come un'aquila
ma con le ali dello scricciolo.

Provo comunque a prendermene cura
e ad essere gentile.
Uova e parole vanno maneggiate con cura.
Una volta rotte non si possono
riparare.

(daThe Awful Rowing Toward God, 1975 - Traduzione di Cristina Gamberi)

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“Ferisce più la penna della spada” dice un proverbio che risale ai tempi antichi. Eppure sono sempre state moderne, soprattutto in questi tempi dove i troll e i leoni da tastiera fanno a gara a seminare inutile odio. È una riflessione che sfiora anche questa poesia di Anne Sexton, centrata più sul proprio lato creativo, sull’incapacità di esprimere con compiuta esattezza le emozioni e i sentimenti attraverso le parole.

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Alice Wellinger paint

ILLUSTRAZIONE DI ALICE WELLINGER

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LA FRASE DEL GIORNO
Le parole sono come vetri che oscurano tutto ciò che non aiutano a vedere meglio.
JOSEPH JOUBERT, Carnets




Anne_Sexton_by_Elsa_DorfmanAnne Sexton (Newton, Massachusetts 9 novembre 1928 – Weston, Massachusetts, 4 ottobre 1974), scrittrice e poetessa statunitense. Esponente della poesia confessionale, vinse il Premio Pulitzer nel 1967 per Vivere o morire. La sua poesia, con dettagli intimi della sua vita privata, descrive la lunga battaglia contro la depressione, terminata con il volontario avvelenamento da monossido di carbonio nel garage di casa.

martedì 25 dicembre 2018

Ti auguro buon Natale


MARIA LUISA SPAZIANI

IL MONDO NON ASCOLTA CHE RUMORI

Il mondo non ascolta che rumori.
Le sfumature sfuggono, sfumano gli ultrasuoni.
Io trasmetto parole su un'antenna
che ogni giorno quel vento rovescia.

Ti auguro buon Natale, nel più profondo sento
di che magica forza quest'augurio è capace.
Non t'ho detto che t'amo, forse l'avrei osato
se mai nessuno al mondo lo avesse detto prima.

(da La traversata dell’oasi, Mondadori, 2002)

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Ho scelto questa poesia per augurarvi buon Natale, amici lettori del Canto delle Sirene: come la poetessa torinese Maria Luisa Spaziani, anche questo blog trasmette “parole su un’antenna / che ogni giorno quel vento rovescia”. E a voi che leggete va il sincero grazie, l’augurio che non si disperda immediatamente nell’aria ma che rimanga con il suo splendore, come la cometa che brilla sulla grotta di Betlemme indicando la strada ai Magi.

E allora, che sia davvero un Buon Natale!

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IMMAGINE © PARADE

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LA FRASE DEL GIORNO
Natale altro non è che quest'immenso / silenzio che dilaga per le strade, / dove platani ciechi / ridono con la neve, // altro non è che fondere a distanza / le nostre solitudini / sopra i molli sargassi / stendere nella notte un ponte d'oro.
MARIA LUISA SPAZIANI, Le acque del Sabato




Maria Luisa Spaziani (Torino, 7 dicembre 1922 – Roma, 30 giugno 2014), poetessa italiana formatasi nel clima postermetico di chiara ascendenza montaliana. La sua poesia è venuta via via distendendosi dal mottetto o epigramma a forme narrativo-discorsive.


lunedì 24 dicembre 2018

Vigilia d’argento


MARIÁ MANENT

VIGILIA DI NATALE

Oh gran vigilia d’argento!
È estatica la notte.
Una stella d’oro brilla
su un albero addobbato.

Signore, se la notte è fredda,
accendi un fuoco d’amore.
È grande l’azzurro della seta,
pieno d’ali e di candore.

E nel cielo senza muri
la campana gocciolando
fa tremolare un raggio di luna
e una stella nuda come il bambino.

(da Poesia completa, 1989)

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La sera della vigilia di Natale ha sempre un’atmosfera particolare, magica, in cui sembra davvero possibile che il mondo possa vivere in pace, come in questi versi del poeta catalano Mariá Manent.

Buon Natale, amici lettori del Canto delle Sirene: che possiamo dirci umani ogni giorno come nell’atmosfera di questa vigilia.

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Argento

IMMAGINE © HAPPY HOLIDAYS BLOG

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LA FRASE DEL GIORNO
Il più bel giorno dell’anno, la vigilia di Natale.
CHARLES DICKENS, Canto di Natale




manent_mariaMarià Manent i Cisa (Barcellona, 27 novembre 1898 – 24 novembre 1988), poeta, prosatore e critico letterario, memorialista, traduttore e attivista culturale. Figura chiave della cultura catalana del XX secolo, si formò nel Novecentismo spagnolo, virando poi verso il simbolismo e la poesia pura.


domenica 23 dicembre 2018

Il bel messaggio


JOANA RASPALL

NATALE

Se stanotte senti una voce strana
che, non sai come, ti costringe a guardare il cielo,
mentre rimpiangi un gusto di miele
e hai il desiderio di una pace che non inganni…

è che attraverso l'aria della notte
ti giunge quell’eco dalla Stalla
di quando è nato il bambino
e c'era un canto d’infinito.

Se non ti riconosci pastore,
e non comprendi il bel messaggio,
almeno, abbi coraggio
di seguire il tuo cammino con il cuore pulito.

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“Gloria in cielo e pace in terra a tutti gli uomini di buona volontà”: è il messaggio degli angeli ai pastori: ed è quello a cui la poetessa catalana Juana Raspall invita ognuno di noi, di qualunque credo – o agnosticismo - a farci pastori del presepio e vivere con quel desiderio di pace la vita di ogni giorno.

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catalano

FOTOGRAFIA © NATIVITY

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LA FRASE DEL GIORNO
Gesù Signore, dammi il tuo Natale / di fuoco interno nell'umano gelo.
CLEMENTE REBORA




RaspallJoana Raspall i Juanola (Barcellona, 1° luglio 1913 – Sant Feliu de Llobregat, 4 dicembre 2013), poetessa, lessicologa e bibliotecaria catalana. Specializzata in linguistica e compilatrice di dizionari, ha scritto poesie e teatro, dedicandosi anche alla letteratura infantile.


sabato 22 dicembre 2018

Cominciare così


KO UN

SEMI DI SALICE

Semi di salice
portati da un ruscello frettoloso
quando toccano terra,
si aprono.
Cerca di cominciare così.

(da Fiori di un momento, 2001)

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Il salice bianco ha capsule che maturano e cadono, lasciando che il vento e i fiumi le portino lontano per liberare i semi e farli germogliare distanti dalla pianta madre. Il poeta sudcoreano Ko Un trova meravigliosa questa immagine, tanto da auspicare che anche nel nostro vivere quotidiano possiamo comportarci con la forza di questi piccoli semi.

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FOTOGRAFIA © TITANIS

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LA FRASE DEL GIORNO
La natura, con le sue correnti vitali, non opera mai nulla a giorno, a notte, ad ore determinate: essa crea con ordine ogni forma, e dirò pure che nei suoi più grandi fenomeni la violenza non vi ha nessuna parte.
JOHANN WOLFGANG GOETHE, Faust




Ko UnKo Un (Kunsan, 1° agosto 1933), è il massimo poeta sudcoreano del XX secolo. Monaco buddista, tornò allo stato laicale disgustato dalla corruzione del clero. Prese parte alla lotta per i diritti umani nel suo paese negli anni del regime militare, finendo anche in carcere. Sposatosi nel 1983, la sua vita si fece più tranquilla. È stato più volte candidato al Premio Nobel.


venerdì 21 dicembre 2018

Uno in più


JACOBO CORTINES

UNO IN PIÙ

La mattina come una macchia amara
di sole, dove gli occhi
si chiudono sul mondo, si trattengono
nella notte che fu, nella penombra
di un’essenza di sonno.
Ma il dolore non cede, e neppure
ciò che dover chiamano, un modo
di combattere l’ansia, ripetendo
un passato perpetuo. Esco in strada
e tutto mi è contrario.
Sono uno in più che al suo lavoro accorre.
Solo uno in più, ormai sveglio, alla deriva.

(da Consolazioni, 2004 - Traduzione di Matteo Lefèvre)

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L’omologazione è il frutto di questa società industriale e postindustriale, che attua un processo culturale alienante le caratteristiche peculiari dell’individuo. Di questa folla del mattino che abbandona il sogno per tuffarsi nella routine della realtà fa parte – come molti di noi – anche il poeta spagnolo Jacobo Cortines.

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Folla

FOTOGRAFIA © SAP

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LA FRASE DEL GIORNO
È misterioso, come i singoli, che però formano la massa, rinuncino alle loro qualità, perdano persino i loro istinti primari.
JOSEPH ROTH, Il profeta muto




jacobo_cortinesJacobo Cortines Torres (Lebrija, 1946), poeta, saggista, traduttore, editore, accademico e professore universitario spagnolo. Laureato in Lettere e Filosofia, insegna Letteratura spagnola a Siviglia.


giovedì 20 dicembre 2018

La noia è come l’amore


ÁNGEL CRESPO

LA NOIA

Talora la noia è come l’amore;
sgorga dalle caverne
del petto, tracima,
attraversa la stanza e i vetri
e si diffonde a perdita
d’occhio
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               E, verniciato
con il suo preciso colore,
è più intimo il mondo.

(da Chiaro: scuro, 1978)

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La noia è un sentimento umano – “il più sublime” a detta di Giacomo Leopardi, ma di spleen è piena la poesia romantica e decadente, da Baudelaire a Verlaine a Laforgue. Il poeta spagnolo Ángel Crespo sembra avere una visione meno leopardiana del “taedium vitae”, che sembra quasi colorare il mondo – di grigio, presumibilmente – ma non come condizione perenne, piuttosto come temporanea somma di malinconia e di tedio.

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Noia

JANE IANNIELLO, “NOIA”

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LA FRASE DEL GIORNO
La noja proviene o da debolissima coscienza dell'esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire, o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo.
UGO FOSCOLO, Epistolario




Ángel Crespo (Ciudad Real, 18 luglio 1926 – Barcellona, 12 dicembre 1995), poeta e critico letterario spagnolo. Intellettuale della Generazione del '50, tradusse in spagnolo Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Fernando Pessoa. Dall'iniziale realismo esistenziale passò al postsurrealismo e poi all'umanismo trascendente.


mercoledì 19 dicembre 2018

Nel cuore dell’inverno


YANG MU

NEVE SOTTILE

Ieri notte è tornata sfiorando i monti, silenziosa
credo fosse un pensiero perso da lungo tempo
sommerso nelle profondità morte di una valle
l'ho vista con i miei occhi spingere il cancello del giardino
avanzare in punta di piedi timorosa, esitare
proseguire, lasciare infine una traccia
nel cuore dell'inverno

1996

(da Poesia n. 338, Giugno 2018 - Traduzione di Rosa Lombardi)

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Con delicatezza tipicamente orientale, il poeta taiwanese Yang Mu, descrive l’arrivo della prima neve d’inverno: ne fa una figura antropomorfica capace di insinuarsi leggera nel giardino per lasciarvi le sue inconfondibili impronte.

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Neve

FOTOGRAFIA © FREE HD WALLPAPERS

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LA FRASE DEL GIORNO
La neve cade, la neve cade, / come se non cadessero i fiocchi, / ma in un mantello rattoppato / scendesse a terra la volta celeste.
BORIS PASTERNAK




yang_mu_1_web_portraitYang Mu, pseudonimo di Wang Ching-hsien (Hualien, 6 settembre 1940), poeta e critico letterario taiwanese: Nel 2013 è stato il primo poeta e il primo taiwanese a vincere il Premio Newman per la Letteratura Cinese. La sua poesia, anche grazie agli studi negli Stati Uniti, fonde lo stile classico cinese con i temi occidentali.


martedì 18 dicembre 2018

Un luogo singolare


ZBIGNIEW HERBERT

ROVIGO

STAZIONE DI ROVIGO. Vaghe associazioni. Un dramma di Goethe
o qualcosa di Byron. Sono passato da Rovigo
n volte e per l’ennesima volta ho capito
che nella mia geografia intima è un luogo
singolare anche se certo non uguaglia
Firenze. Non ci ho mai messo piede
ogni volta Rovigo s’approssimava o fuggiva all’indietro

Vivevo allor d’amore per l’Altichiero
dell’Oratorio di San Giorgio a Padova e per Ferrara
che mi era cara poiché ricordava
la rapita città dei miei padri. Vivevo inchiodato
tra il passato e l’attimo presente
crocifisso molte volte dal luogo e dal tempo

Eppure felice molto fiducioso
che il sacrificio non sarebbe stato vano

Rovigo non si distingueva per nulla di particolare era
un capolavoro di mediocrità strade diritte case non belle
soltanto prima o dopo la città (secondo la direzione del treno)
spuntava all’improvviso dalla piana di un monte – solcato da una cava rossa
simile a un prosciutto della festa guarnito di cavolo crespo
oltre a ciò nulla che allietasse attristasse attirasse lo sguardo

Eppure era un città in carne e pietra – come tante
una città dove qualcuno ieri è morto qualcuno è impazzito
qualcuno disperatamente per tutta la notte ha tossito
AL SUONO DI QUALI CAMPANE COMPARI ROVIGO

Ridotta a una stazione a una virgola a una lettera cancellata
nulla soltanto una stazione – “arrivi” – “partenze”

e perché penso a te          Rovigo          Rovigo

(da Rovigo, Il ponte del sale, 2008 – Trad.di Andrea Ceccherelli e Alessandro Niero)

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Rovigo. Un nome visto viaggiando in treno, una città cui non si è mai scesi ma che si è vista scorrere lentamente dietro i finestrini. Un nome e una città che diventano un’ossessione, che rappresentano agli occhi del poeta polacco Zbigniew Herbert tutti i posti in cui non è stato perché interessato ad altro – alla bellezza, all’arte, a ciò che il destino gli proponeva. Eppure eccola lì Rovigo – una città come tante senza le meraviglie artistiche delle vicine Ferrara e Venezia, Padova e Vicenza, che però assume in sé quel gozzaniano e malinconico amore per ciò che poteva essere e non è stato.

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Rovigo

FOTOGRAFIA © IL GAZZETTINO

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LA FRASE DEL GIORNO
Ti ringrazio o Signore per aver creato il mondo bello e vario e se questa è la Tua seduzione io sono sedotto per sempre e senza remissione.
ZBIGNIEW HERBERT, Rapporto dalla città assediata




Zbigniew Herbert (Leopoli, Ucraina, 29 ottobre 1924 – Varsavia, 28 giugno 1998), poeta, saggista e drammaturgo polacco. Discendente del poeta inglese George Herbert, durante la Seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza contro i nazisti. Esordì nel 1950 e la sua opera più nota è Il signor Cogito. Esule a Parigi dal 1986 al 1992 , tornò in Polonia dopo il trionfo di Solidarność.


lunedì 17 dicembre 2018

Una bella parola


CÉSAR FERNÁNDEZ MORENO

PER UNA BELLA PAROLA

Ho una bella parola
sui tasti della Olivetti
Sarà
spaghetti
,
Sarà
filo
, cosa sarà?
Prosa in versi o versi in prosa,
oggi, domani, qui o là,
la mia parola verserà
tutto il suo attuale splendore.
Scegli, amico lettore,
non vedi che l'ho già scritta?

1982

(da Poesie brevi, 2015 – da Otra iglesia es imposible)

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Un divertissement in cui il poeta argentino César Fernández Moreno si rivolge direttamente al lettore ponendo in risalto comunque lo strumento che il poeta adopera per esprimere le sue emozioni, ovvero la parola. Alla domanda di Fernández Moreno rispondo “Olivetti”, parola che risplende del fascino del modernariato e scintilla con i suoi tasti capaci di creare poesia.

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FOTOGRAFIA © ARCHIVIO STORICO OLIVETTI

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LA FRASE DEL GIORNO
Il verso, per la sua musicalità, vale la poesia.
CÉSAR FERNÁNDEZ MORENO, Introduzione alla poesia




Fernandez MorenoCésar Fernández Moreno (Buenos Aires, 26 novembre 1919 – Parigi, 14 maggio 1985), scrittore argentino, autore della “Generazione del 40”. Critico cinematografico e giornalista, fu diplomatico all’Avana e a Parigi, presso l’UNESCO.


domenica 16 dicembre 2018

Nel bacio sei colomba


BENIAMINO DAL FABBRO

MADRIGALE VI

La grigia lama del Naviglio, il ponte
ricurvo nella nebbia… Qui il tintore
inonda le tue vesti
di cangianti veleni; ma se resti,
nel buio dei terreni
vaghi, un poco sul cuore
di chi t’ama, nel bacio sei colomba.

(da Gli orologi del Cremlino, Neri Pozza, 1959)

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Una Milano da cartolina, quella dei Navigli immersi nella nebbia, è quella che il poeta bellunese Beniamino Dal Fabbro ritrae con grazia e misura in questo madrigale. È anche una Milano d’altri tempi, romanticamente lontana dalla metropoli irta di grattacieli del terzo millennio. La poesia sa essere così, la fotografia di un momento nel tempo.

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Milano

FOTOGRAFIA © CIVICO ARCHIVIO FOTOGRAFICO - MILANO

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LA FRASE DEL GIORNO
Milano ha delle zone belle, è bella con la nebbia, è un po' una donna con la veletta.
ORNELLA VANONI, Il Piccolo, 4 aprile 2015




Beniamino Dal Fabbro (Belluno, 14 agosto 1910 – Milano, 25 agosto 1989, poeta, scrittore e critico musicale italiano. Intellettuale di vaglia del panorama del secondo dopoguerra, collaborò con Milano Sera, Il Giorno e Avvenire. Tradusse Flaubert, Baudelaire, Valéry, Proust, Rilke e Camus.


sabato 15 dicembre 2018

Il mare tra i remi


VERÓNICA VOLKOW

LA NOIA DI EURILOCO

“Oltre l’antro di Cariddi,
oltre gli ululati di Scilla,
c’è un punto in cui la nave piomba giù dall’oceano
e di quelli che sono caduti nessuno ritorna”.
Euriloco pensava seduto in coperta
mentre sentiva la brezza far vibrare le corde
e palpitare le vele come lombi;
guardava qua e là, disattento e stanco,
i capelli di Ulisse, le mani di uno schiavo
e udiva distratto lo scricchiolio del legno
e il brusio delle voci in quella lingua antica,
che oggi è una musica perduta.
C’era il mare tra i remi,
duttile e trasparente,
ma agli occhi di Euriloco era
quasi invisibile per monotonia
e il giorno lungo, così noioso,
e mai pensò che ogni momento
questo mare evanescente e forte
lo allontanava sempre di più
ed era impossibile il ritorno.

(da Litorale d’inchiostro, 1979 – da Otra iglesia es imposible)

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Euriloco, qui ritratto sul ponte della nave dalla poetessa messicana Verónica Volkow, è uno dei marinai di Odisseo, anzi di più: è suo cognato e il secondo in comando. Scampati i disastri e le tentazioni di Circe, di Nausicaa, di Polifemo, delle Sirene, di Scilla e di Cariddi, in viaggio verso le Colonne d’Ercole oltre cui l’oceano finisce (nella concezione terrapiattista del mondo ai tempi di Omero), Euriloco è annoiato e vede soltanto mare attorno, anzi neppure lo vede più, tanto è ormai monotono ai suoi occhi assuefatti. A differenza del protagonista dei “Sette messaggeri” di Dino Buzzati (“Ma quanto più procedo, più vado convincendomi che non esiste frontiera”) neppure si rende più conto che il viaggio è troppo avanzato per poter sperare in un ritorno. Per la cronaca, o per la leggenda, Euriloco comunque sarà l’ultimo dei compagni di Odisseo a morire, quando Zeus distruggerà la nave scagliandovi un fulmine.

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Nave

FOTOGRAFIA © ATROLL’S ENTERTAINEMENT

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LA FRASE DEL GIORNO
Dammi l'umiltà dell'anima / senza corpo e senza cose. / Essere la poesia e la sua luce, / solo poesia / e la regione più aerea, / inaccessibile al disastro.
VERÓNICA VOLKOW,  Oro del vento




veronica-volkowVerónica Volkow Fernández (Città del Messico, 26 aprile 1955), poetessa, scrittrice e saggista messicana. Insegnante all’Università Nazionale Autonoma del Messico, ha pubblicato cinque raccolte di poesia e ha tradotto le Elegie di Duino di Rilke.


venerdì 14 dicembre 2018

Due isole


HILARIO BARRERO

ALTA MAREA

Siamo come due isole separate
perché l’acqua ci copre
e  lascia emergere solo le nostre teste.
Se nel nostro mare ci fosse una marea,
quando l’acqua si abbassa,
quanti guardano dal bagnasciuga,
vedrebbero che alla base c’è una salda roccia,
incrostata di date, passioni e ricordi,
che la vita che erode ogni cosa
prova a separare ma non ci riesce.

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L’alta marea nasconde ogni cosa, le ricopre con il suo riflusso d’acqua. L’amore del poeta spagnolo Hilario Barrero è sotterraneo e invisibile come il collegamento che c’è tra quelle due isole: eppure, nonostante all’esterno appaia come distinto, in realtà unisce in profondità due anime.

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Kush

DIPINTO DI VLADIMIR KUSH

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LA FRASE DEL GIORNO
Gli amori segreti hanno questo di buono: che ci appaiono magici.
JOAN FUSTER, Giudizi finali




Hilario Barrero (Toledo, 1948), poeta, prosatore e traduttore spagnolo che vive a New York dal 1978. La sua poesia è un doloroso canto di felicità fatto di serenità e ruvidezza. La riflessione sulla vita e la morte e l'amore, e l'austerità nelle forme lo avvicinano a una poesia classica molto cernudiana.


giovedì 13 dicembre 2018

Una mezza misura


DINOS CHRISTIANOPOULOS

ITACA

Non so se me ne andai per coerenza
o per bisogno di sfuggir da me stesso,
dalla stretta e avara Itaca
con le sue congregazioni cristiane
e la sua asfittica morale.
Comunque, non fu una soluzione; fu una mezza misura.
E da allora sbando di strada in strada
accumulando ferite e esperienze.
Gli amici che amai sono ormai perduti
e sono rimasto solo con la paura che mi veda qualcuno
a cui parlai un giorno d’ideali.
Ora torno con un estremo sforzo
di apparire irreprensibile e integro, torno
e sono, mio Dio, come il figliuol prodigo che lascia
l’errare, amareggiato, e ritorna
al padre misericordioso, per vivere
fra le sue braccia una dissolutezza privata.
Posidone lo porto dentro me,
che mi trattiene sempre lontano;
ed anche se potessi avvicinarmi,
mi troverà Itaca la soluzione?

(da Stagione di vacche magre e altre poesie (1950-1957), Effigie. Le Ginestre, 2012 - Traduzione di R. Capel Badino)

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“Quando ti metterai in viaggio per Itaca / i augurarti che la strada sia lunga / fertile in avventure e in esperienze”: il pensiero corre naturalmente all’Itaca di Kavafis. Ma per il poeta greco Dinos Christianopoulos, come per Odisseo, Itaca è una patria, un punto di partenza cui ritornare dopo l’esilio – fuga dalla città ma fuga anche da se stesso. Avere abbandonato Itaca è stato però un errore, se prova rimorso e vergogna, se si figura come il figliol prodigo evangelico che dopo avere dissipato vita e ricchezza torna al padre. Ma è anche un Posidone che continua a viaggiare e non saprà infine, come Kavafis “ciò che Itaca vuole significare”.

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Arroyo

DIPINTO DI EDUARDO ARROYO

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LA FRASE DEL GIORNO
Se ho una qualche forza lo devo totalmente alla poesia.
DINOS CHRISTIANOPOULOS




Ntinos_ChristianopoulosDinos Christianopoulos, pseudonimo di Konstantinos Dimitriadis (Salonicco , 20 marzo 1931 ) poeta, romanziere e traduttore greco. Ricercatore di tradizioni folkloristiche, ha esordito nel 1950 con Stagione di vacche magre. Tra i suoi temi prediletti il progresso sociale, l’amore omosessuale e l’effimera passione erotica che porta all'umiliazione e alla solitudine.


mercoledì 12 dicembre 2018

L’alba con te


AMALIA BAUTISTA

CHIEDI TRE DESIDERI

Vedere l’alba con te,
vedere con te la notte
e vedere ancora l’alba
nella luce dei tuoi occhi.

(da Tre desideri, 2006)


Questa poesia di Amalia Bautista è tecnicamente una “aubade”, ovvero una poesia che ha per tema l’alba e il distacco degli amanti dopo una notte d’amore. La poetessa spagnola sembra dilatare questa intimità, esprimendo i suoi desideri a una sorta di genio della lampada, al destino che guida le nostre vite.

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Alba

FOTOGRAFIA © CHRISTIANA RIVERS/UNSPLASH

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LA FRASE DEL GIORNO
Quando andiamo incontro all’amore / (…) / doniamo e riceviamo rose rosse / e rosso è lo specchio della stanza in penombra.
AMALIA BAUTISTA, Tre desideri




Amalia Bautista (Madrid, 1962) è una poetessa spagnola. Laureata in Scienze dell’Informazione. Con un linguaggio colloquiale esprime una profonda ansia di assoluto, intesa come amore, soprattutto su temi erotici, dove indaga la passione e l’emozione.


martedì 11 dicembre 2018

Le matitine


VALENTINO ZEICHEN

GIOTTO (PASTELLI)

Le matitine erano dodici
pari ai colori dei mesi
portavano scritto il suo nome,
chissà ancora
per quanti secoli a venire.

Per chi coniasse medaglie
e fosse senza idee d'effigie,
sulla scatola è raffigurato di profilo.

Il resto: nelle sembianze di un pastorello
che disegna a carboncino
un agnellino che posa mansueto.

Alle sue spalle la discreta figura di gentiluomo,
quel Cimabue pittore, la cui fama,
in seguito egli avrebbe velato.

Da accorti discepoli di Giovanni Morelli,
il Battista della semiologia pittorica,
non ci pasceremo di alcun dipinto
attribuito a Giotto
senza prima raffrontarne il tratto
all'originale ovino della scatolina.

(da Pagine di gloria, Guanda, 1983)

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È un’immagine che molti di noi – quelli che hanno una certa età - ben conoscono quella ritratta sui pastelli Giotto della Fila e di cui il poeta Valentino Zeichen tesse il panegirico: Giotto bambino copia dal vero una pecora su un masso sotto l’occhio vigile del maestro Cimabue. Un’immagine che è stata ben presente nelle nostre infanzie, che ci accompagnò alle elementari e alle medie ogni volta che dovevamo disegnare – e c’erano anche l’album da disegno, i pastelli a cera e i gessetti Giotto. Per noi, come per l’ironico Zeichen, resterà sempre quello il ritratto del grande pittore fiorentino, così come molte altre cose che si sono impresse nelle nostri menti bambine.

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Fila

FOTOGRAFIA © ANNUNCI VINTAGE

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LA FRASE DEL GIORNO
Gli anni sono come docili / cavalli al pascolo / la cui indolenza ci rassicura, / quando partono all'improvviso / al galoppo numerico
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VALENTINO ZEICHEN, Aforismi d’autunno




ZeichenValentino Zeichen, all'anagrafe Giuseppe Mario Zeichen (Fiume, 24 marzo 1938 – Roma, 5 luglio 2016), scrittore e poeta italiano. La sua prima antologia poetica Area di rigore fu pubblicata nel 1974 con introduzione di Elio Pagliarani, che lo definì “un Gozzano dopo la Scuola di Francoforte, sempre però in un’aura che potremmo definire tra neoliberty e neocrepuscolarismo”.


lunedì 10 dicembre 2018

L’angelo della cattedrale


LUIGI FALLACARA

UN GIORNO IN PUGLIA

Il barocco di chiese e di palazzi
è bianco e nero come i giorni sazi
divisi dalla notte in parti uguali,
metà vita e metà sonno mortale.
Guardavo il chiaro ed il cupo pensiero,
come l’angelo della cattedrale
che ha un occhio bianco ed ha l’altr’occhio nero.
Al sole per i vicoli tortuosi
aprivano i gerani i rossi irosi,
ma all’ombra, in un canale di miasmi,
vedevo, vita, come l’uomo plasmi.
Sole azzurro di fumi, ombre in recessi,
tagliata a filo netto di coltello;
di qua e di là era pur bello,
nel buio e nella luce, esser lo stesso.

(da Celeste affanno, Libreria Editrice Fiorentina, 1952)

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Serbo un chiaro ricordo della mia visita in Puglia: il bianco delle città e il rosso dei gerani nelle viuzze ricoperte dalle “chianche”. Anche il poeta barese Luigi Fallacara rileva questo aspetto, addolcito ancora di più dal Barocco che decora le città; ma gli affianca anche il alto oscuro, “gli azzurri veleni che mesce il cielo”o “l’odore della nafta bruciata” citati da Vittorio Bodini che qui, nel primo dopoguerra ancora scevro dal disastro ambientale dell’ILVA,  diventano “un canale di miasmi”. Eppure, dice Fallacara, la Puglia è fusione di tutto ciò ed è bello essere nel mezzo.

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Duomo_lecce_facciate

FOTOGRAFIA © PARIDE81/WIKIPEDIA

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LA FRASE DEL GIORNO
È questo il miracolo che ci commuove, e ci commuove a poesia, che dentro lo spessore di un uomo sia .
LUIGI FALLACARA, Lettera a Carlo Betocchi, 23 maggio 1939




Luigi Fallacara (Bari, 13 aprile 1890 – Firenze, 15 ottobre 1963), poeta e scrittore italiano. Attivo nelle avanguardie letterarie del primo ‘900, scrisse su Lacerba. Dopo aver partecipato alla Prima guerra mondiale approda alla fede cattolica, vivendo per sei anni ad Assisi e maturando dalla meditazione su San Francesco la sua poesia metafisica confluita in un lirismo mistico che canta l’amore per tutte le creature.


domenica 9 dicembre 2018

Il bollino blu


VALERIO MAGRELLI

NATALE, CREDO SCADA IL BOLLINO BLU

Natale, credo, scada il bollino blu
del motorino, il canone URAR TV,
poi l’ICI e in più il secondo
acconto IRPEF – o era INRI?
La password, il codice utente, PIN e PUK
sono le nostre dolcissime metastasi.
Ciò è bene, perché io amo i contributi,
l’anestesia, l’anagrafe telematica,
ma sento che qualcosa è andato perso
e insieme che il dolore mi è rimasto
mentre mi prende acuta nostalgia
per una forma di vita estinta: la mia

(da Sangue amaro, Einaudi, 2014)

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Tasse, imposte, sigle che compongono il nostro quotidiano come i codici delle SIM telefoniche, delle carte di credito, le decine di password che ci sono richieste per accedere ai social network, ai siti internet, all’INPS, al Comune, alla Regione… In questa confusione di lettere e numeri – e aggiungiamoci i simboli speciali che rendono più sicure le password – il poeta romano Valerio Magrelli naviga a vista come un Odisseo tra i mille pericoli del mare rimpiangendo a suo modo un tempo più semplificato e meno tecnologico che non tornerà mai più.

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Rockwell

NORMAN ROCKWELL, “TASSE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Fedeltà. Legame che tradizionalmente sancisce i doveri di chi è tassato nei confronti di chi impone le tasse. Non risulta che sia rovesciabile.
AMBROSE BIERCE




Valerio Magrelli (Roma, 10 gennaio 1957) è un poeta, scrittore, traduttore, critico letterario e accademico italiano. Laureato in Filosofia all'Università di Roma, insegna Lingua e letteratura francese all'Università di Cassino. È autore di molte traduzioni di autori francesi come Mallarmé, Valéry, Jarry, Char, Ponge.


sabato 8 dicembre 2018

E gli iris blu?


MARY OLIVER

ALCUNE DOMANDE CHE POTRESTI FARE

È solida l’anima, come il ferro?
O è tenera e fragile, come
le ali della falena nel becco del gufo?
Chi ce l’ha, e chi no?
Continuo a guardarmi intorno.
Il viso dell’alce è triste
come il volto di Gesù.
Il cigno spalanca le sue bianche ali con lentezza.
D’autunno, l’orso nero smuove le foglie nel buio.
Una domanda porta ad un’altra.
Ha una forma? Come un iceberg?
Come l’occhio di un colibrì?
Ha un polmone, come il serpente e la capasanta?
Perché dovrei averla io, e non il formichiere
che ama i suoi figli?
Perché dovrei averla io, e non il cammello?
Pensandoci bene, e gli aceri?
E gli iris blu?
E le piccole pietre, che siedono sole al chiaro di luna?
E le rose, e i limoni, e le loro foglie lucenti?
E l’erba?

(da Gli iris blu, 2004)

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Osservatrice attenta della natura, la poetessa statunitense Mary Oliver si pone una domanda che tutte le persone sensibili si pongono – basta guardare gli occhi di un gatto o lo sguardo di un cane. Una domanda che discende dai secoli, dai tempi degli antichi: “Gli animali hanno un’anima?”. Neppure l’Ecclesiaste diede una risposta: “Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?”. La Oliver va oltre, si interroga se l’anima appartenga alle piante (aristotelicamente la funzione nutritiva, cui gli animali aggiungerebbero la funzione sensitiva e gli uomini quella razionale) e addirittura alle cose, come alle pietre.

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Iris

CHRIS HOBEL, “IRIS BLU”

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LA FRASE DEL GIORNO
L'anima è assetata di armonia, mentre la vita, invece, è disarmonica.
ANDREJ TARKOVSKIJ




Mary Oliver (Maple Heights, Ohio, 1935), poetessa statunitense, vincitrice del National Book Awards 1992 e del Premio Pulitzer 1984, è autrice di 32 raccolte poetiche e di quattro saggi sulla poesia. Il New York Times l’ha definita “Di gran lunga, la poetessa di questo paese che ha venduto di più”.


venerdì 7 dicembre 2018

Le albe


ADAM ZAGAJEWSKI

ODE ALLA MORBIDEZZA

Le albe sono cieche come gattini.
Fiduciose crescono le unghie, ancora ignare
di ciò che toccheranno. Morbidi
sono i sogni, la tenerezza incombe
come nebbia su di noi, come la campana di Sigismondo,
prima che cessasse di battere.

(da Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Adelphi, 2012)

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La morbidezza, la tenerezza dell’alba, con il primo sole che viene a illuminare la stanza e che più spesso d’inverno ci trova già in cammino, per strada o su un treno. La dolcezza di quel momento in cui tutto è nuovo e possibile, in cui ogni cosa è soffusa, ancora intatta dalla vita del giorno: Adam Zagajewski, poeta polacco, si lascia avvolgere dal momento, dall’effimero carpe diem che in breve svanisce con il salire del sole.

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Alba

FOTOGRAFIA © SH1RA

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LA FRASE DEL GIORNO
In ogni alba c’è una vivida poesia di speranza.
NOEL CLARASÓ




Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 21 giugno 1945), poeta, scrittore e saggista polacco. Esordì nel 1972 con Komunikat. Nel 1976 aderì al Comitato per la Difesa degli Operai e la dittatura comunista gli impedì di pubblicare. Cominciò allora il suo esilio a Houston e Parigi. Tornò a risiedere a Cracovia nel 2002.